Roberto D’Agostino svela il motivo per cui Al Bano voleva picchiarlo. Ma tra i due oggi sembra regni la pace
In una recente intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, Al Bano si è raccontato, ripercorrendo la carriere, la famiglia, la perdita della figlia Ylenia e anche qualche aneddoto, come quando litigò con Renzo Arbore e Roberto D’Agostino. Al Bano ha anche confessato che fu sull’orlo di picchiare quest’ultimo.
Dice Al Bano: «Ora abbiamo fatto pace, ma D’Agostino provai proprio a menarlo, lo aggredii davanti ai Ricchi e Poveri, allibiti… In un libro, Il peggio di Novella 2000, scrisse che avevo rinchiuso Romina in una masseria. Era vero il contrario. Io a Cellino non volevo tornare. È stata lei a farmi riscoprire il mare, la terra».
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Sempre il Corriere della Sera, oggi 5 maggio, propone una intervista di Giovanna Cavalli all’altro protagonista della vicenda, ovvero Roberto D’Agostino, che svela i retroscena della vicenda: «C’è un antefatto. Nell’anno di grazia 1986, io e Renzo Arbore avevamo pubblicato “Il peggio di Novella 2000”, fantastico libro che raccontava il nostro Paese attraverso la storia di Al Bano e Romina Power, che ha riscritto la favola di Cenerentola al contrario, con il cafone del Sud che sposa la figlia del divo di Hollywood e poi la porta a vivere al paesello. E purtroppo scrissi anche che “Romina si chiama così perché è nata a Roma, ma dato il suo quoziente intellettivo doveva nascere a Creta”. Al Bano si arrabbiò e sobillato da lei, permalosissima, ci querelò, ma perse la causa. Renzo se ne dispiacque: “Ma come, un pugliese contro un altro pugliese?”. Passò del tempo. A un Dopofestival di Sanremo — che allora era una corrida, una carneficina — commentando con ferocia la loro esibizione, osservai che “l’acuto di Al Bano più che un do di petto mi pare un do di stomaco”».
Poi aggiunge: «Dietro le quinte mi venne a cercare. E alla presenza dei Ricchi e Poveri — detto così fa ridere, manco fossero stati il presidente della Repubblica — minacciò di picchiarmi». Oggi, il rapporto tra i due è buono ed è confermato dallo stesso D’Agostino, che dice: «Che poi io gli voglio bene, abbiamo fatto pace, apprezzo quel suo essere un campagnolo di successo, orgoglioso della sua terra, che si fa fotografare in groppa al somarello con il fazzoletto al collo. Mi dispiace che se la sia presa, ma critiche e ironie fanno parte del gioco».
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