Palermo, arrestata la “preside antimafia” della scuola Falcone. Ecco perché

Palermo, arrestata la preside antimafia della scuola Falcone. Ecco perché

Palermo, arrestata la “preside antimafia” della scuola Falcone. A suo carico le accuse di peculato e corruzione

Nella mattinata odierna i Carabinieri di Palermo hanno dato esecuzione a tre provvedimenti cautelari di arresti domiciliari per le ipotesi di reato di Peculato e Corruzione.
L’indagine, condotta da febbraio 2022 ad aprile 2023 dalla Sezione EPPO del Nucleo Investigativo di Palermo e convenzionalmente denominata “La Coscienza di Zen-O”, ha consentito, anche grazie all’ausilio di consistenti attività tecniche, di accertare l’esistenza di un unitario centro di interessi illeciti, radicato all’interno dell’Istituto comprensivo “G. FALCONE”, operante nel quartiere Z.E.N. di Palermo, formato dalla Preside, dal Vicepreside e da professionisti privati che, in concorso fra loro, si sarebbero resi responsabili dei reati ipotizzati, afferenti alla gestione dei fondi di spesa pubblici, sia nazionali che europei, nell’ambito di vari progetti scolastici.

L’illecito, per cui è accusata anche la dirigente scolastica Daniela Lo Verde – che nel 2020 divenne Cavaliere al merito della Repubblica “per l’impegno dimostrato durante la pandemia” – avrebbe spinto gli accusati ad accaparrarsi i cospicui finanziamenti comunitari per corsi di formazione e approfondimento, attestando falsamente le presenza degli alunni all’interno della scuola anche in orari extracurriculari, al fine di giustificare l’esistenza di progetti PON di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte. La mancata partecipazione degli studenti avrebbe inciso in maniera direttamente proporzionale sulla quota parte dei fondi destinati per ciascun PON alla Dirigenza.

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Gli approfondimenti investigativi hanno messo in luce altri illeciti, come una gestione dell’Istituto volta a curare interessi di natura meramente personale, anche con riguardo alle procedure di acquisto e fornitura di generi alimentari per il servizio di mensa della Scuola.

Infatti, sarebbe stato accertato che una cospicua quantità di generi alimentari nonché costosi dispositivi informatici destinati agli studenti venivano costantemente prelevati dalla Preside e dal suo vice per proprie ed esclusive necessità.

Inoltre, l’inchiesta ha accertato come la Dirigenza dell’Istituto avrebbe affidato stabilmente, contra legem, “la fornitura di materiale tecnologico ad una sola azienda in forza di un accordo corruttivo volto all’affidamento di ulteriori e importanti commesse in cambio di molteplici illecite dazioni di strumenti tecnologici di ultima generazione”.

Inoltre, gli investigatori hanno reso noto che “ad aggravare il quadro, per come emerge dal provvedimento cautelare, la Dirigente ha costantemente alimentato la propria immagine pubblica di promotrice della legalità, nonostante il quotidiano agire illegale e la costante attenzione ai risvolti economici della sua azione amministrativa, di fatto abbandonando l’esercizio del suo ruolo tipizzato di controllo e di gestione finalizzato al buon andamento dell’I.C.S. “G. Falcone”, che si rivolge a un’utenza particolarmente fragile, costituita da alunni che, nel caso di specie, sono già penalizzati da un contesto sociale e culturale di degrado come quello in cui versa il quartiere ZEN”.

Tutto sarebbe partito dalla denuncia di una docente, la cui testimonianza è stata poi confermata da quella di altri docenti.

È obbligo rilevare che gli indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza passata in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

Fonte immagine:  https://twitter.com/PressReview99/status/1649351341440122881/photo/1

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