Milano, le mani della ‘ndrangheta sul padel

Milano, le mani della 'ndrangheta sul padel

Milano, le mani della ‘ndrangheta sul padel. Sequestrati 8 campi da padel del valore di circa 700mila euro

L’ombra della ‘ndrangheta si allunga anche nel noto gioco del padel. In seguito ad un’operazione condotta dalla Dia nell’ambito delle indagini del pm della Dda milanese Silvia Bonardi, otto campi da padel del valore di circa 700mila euro sono stati sequestrati a Milano.

Secondo le indagini gli otto campi di padel sono stati costruiti a scopo di riciclaggio per un giro di false fatturazioni. Il denaro sarebbe stato investito dall’imprenditore Marco Molluso, nipote del presunto boss della ‘ndrangheta Giosofatto Molluso.

I soldi investiti deriverebbero da altro denaro ricavato con una serie di false fatture per lavori mai eseguiti. Dalle intercettazioni sarebbe emerso che quello del padel per Molluso è un affare «infinito»: «Però dietro questo ca… di padel c’è un business infinito. In teoria per i prossimi 8-10 anni è tutto a salire», riporta il Corriere della Sera.

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Secondo il gip Anna Calabi, Molluso «ha potuto finanziare la costruzione di campi mediante riciclaggio»: «Appare evidente la sussistenza di un nesso causale tra l’acquisizione di somme derivanti dagli illeciti fiscali e la successiva destinazione all’impianto sportivo nonché al pagamento dei materiali e delle prestazioni d’opera».

Nelle intercettazioni compare anche l’assessore allo Sport Martina Riva. Sempre il Corriere della Sera riporta la telefonata: ‘«Ieri è venuta l’urbanistica a vedere, sai che noi abbiamo fatto la sanatoria per i padel perché era una vecchia autorizzazione edilizia. Non so se tu sai questo particolare». «No» replica l’assessore. «Era una vecchia autorizzazione edilizia aperta nel 2019. Quindi io, o andavo per le vie legali contro lo sportello unico, o facevamo i padel in sanatoria. Una cazzata voglio dire, non abbiamo costruito nulla se non convertire un campo a sette in campi da padel, punto. Lo fanno tutti a Milano». L’assessora risponde laconica: «Sì, sì». Poi Gatti si lascia andare: «Sappi Martina che io sono stremato. Poi ieri è arrivata l’urbanistica, sembrava fossi un delinquente…».’

Martina Riva non risulta indagata e dalle intercettazioni non si evince alcun illecito da parte sua, ma per gli inquirenti si mette in evidenza «l’allarmante capacità di estendere il sistema illecito in aree imprenditoriali sempre più numerose e diversificate giungendo a introdursi nella gestione degli spazi pubblici».

Fonte immagine: Immagine di <a href=”https://it.freepik.com/foto-gratuito/disposizione-delle-racchette-e-delle-palline-da-tennis_27314576.htm#query=padel&position=3&from_view=search&track=sph”>Freepik</a>

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