Inchiesta Covid, Sileri: «Comportamenti poco professionali e zero programmazione»
Inchiesta Covid, l’ex sottosegretario alla Salute Sileri: «Comportamenti poco professionali e zero programmazione»
È in corso a Bergamo l’inchiesta sull’emergenza Cocid e tra le persone ascoltate c’è anche l’ex sottosegretario Sileri, che non ha remore a denunciare la mancanza di un piano chiaro, la poca professionalità e le minacce subite. Sileri, come riportato dal Corriere della Sera, ha segnalato che «a gennaio-febbraio 2020, almeno in una prima fase, non esisteva un’istituzione ufficiale della task force che si riuniva al mattino al Ministero, né esisteva una convocazione ufficiale. Ho sin da subito notato un comportamento poco professionale. Mancava in modo assoluto la programmazione e i rappresentanti andavano aumentando di giorno in giorno. Oltre a ciò, i verbali delle sedute della task force sono sicuramente parziali, stante l’assenza di numerose dichiarazioni mie e di Friolo».
Nelle varie e dettagliate dichiarazioni fatte da Sileri non manca anche quella in cui denuncia la poca organizzazione e le procedure non proprio standard adottate. Dice Sileri che ci fu una «mia reprimenda contro la struttura ministeriale, presenti Brusaferro, Iachino, Zaccardi, Miozzo, Borrelli, perché, in data 6 marzo 2020, non si era ancora provveduto agli acquisti dei ventilatori e di ogni dispositivo utile alla gestione della pandemia».
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Le parole Sileri, pare non finissero nei verbali. Poi aggiunge: «il 6 marzo Zaccardi (Goffredo, capo di Gabinetto di Speranza, ndr) diceva a me e Friolo che dovevamo stare tranquilli, altrimenti avrebbe usato contro di noi dei documenti che aveva nel cassetto. Ovviamente gli abbiamo risposto che non accettavamo questo tipo di minaccia e che avrebbe dovuto chiarire a cosa si riferisse. Scoprirò solo dopo, per quanto riguardava Friolo, che si trattava di presunte accuse di mobbing di una collaboratrice».
Le dichiarazioni di Sileri continuano anche relativamente alle riunioni sui vaccini, di cui lui e il suo ufficio non erano né invitati né messi a conoscenza. Anche sul ritiro del lotto di AstraZeneca fu informato il ministero, ma la notizia fu appresa dai giornali.
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