Amadeus racconta a Vanity Fair il nuovo Festival di Sanremo

Amadeus racconta a Vanity Fair il nuovo festival di Sanremo. Ecco l’intervista 

Milano, 30 gennaio 2024 – Amedeo Umberto Rita Sebastiani, in arte Amadeus, dal 6 al 10 febbraio condurrà il suo quinto Festival di Sanremo. Ritratto da Vanity Fair al Museo Bagatti Valsecchi di Milano in un servizio fotografico pensato come uno spettacolo immerso nell’arte italiana, Amadeus si racconta in una lunga intervista al direttore Simone Marchetti. «Non ho mai cercato scorciatoie. Né ho mai voluto compiacere nessuno. Non ho mai detto per chi voto proprio per non essere etichettato. Mi faccio guidare sempre dalle mie sensazioni. Dallo stomaco e dal cuore. E lavoro solo per il bene dello spettacolo e del pubblico. A 61 anni, poi, non ho nessuna intenzione di andare in pensione».

 

Il numero di Vanity Fair, in edicola dal 31 gennaio, è il primo di tre atti dedicati al Festival di Sanremo: la gara canora, fenomeno di costume e cultura ma ora anche manifesto di libertà di espressione. Il secondo atto sarà una cover eccezionale, in uscita durante la kermesse, mai realizzata prima nella storia di Vanity Fair. Il terzo saranno i numerosi eventi a Sanremo, celebrazione live dell’attrazione più seguita in Italia. Uno spettacolo nello spettacolo.
CASA SANREMO

«Il Festival è come una casa spaziosa e piena di stanze. Ogni canzone sarà una stanza diversa. Un tempo i cantanti arrivavano sul palco per tre, quattro minuti. Oggi, ogni esibizione è uno show. Il palcoscenico non avrà nulla da invidiare alle produzioni televisive americane».

LA LIBERTA’

«Nel 1983, avevo poco più di vent’anni, andai per la prima volta a New York. Una sera, in fila per entrare a comprare i biglietti in un cinema, notai le persone che mi precedevano. C’erano coppie etero, gay, due uomini mano nella mano, due donne che si baciavano teneramente. Neri, bianchi, ispanici, asiatici. E nessuno passando commentava e nemmeno guardava. Era tutto normale, erano tutti liberi. Grazie a Dio in questi quarant’anni si sono fatti tanti passi avanti anche in Italia. Ho sempre insegnato ai miei figli questa libertà di pensiero. Non m’interessa che lavoro facciano o chi amano né chi frequentano. Io rompo le scatole solo su due cose: non bere, non fumare. M’importa solo della loro salute».

 

GLI HATERS

«Io non leggo mai i commenti sui social, mai! E lo dico sempre ai miei figli: non focalizzatevi sull’odio, sui commenti negativi. Non permettete agli altri di dire cosa è sbagliato per voi, come dovete amare, pettinarvi, vestirvi. Se mi dicono che indosso una brutta giacca, io la sera dopo ne metto un’altra uguale».

Leggi anche–> Vittorio Menozzi perde la pazienza: “Imbecilli, razza di deficienti…”

ALTI E BASSI

Lei ha passato momenti bui, anni in cui le cose non andavano benissimo. 

«In quei tre, quattro anni difficili potevo piangermi addosso. Invece ho provato in tutti i modi a risalire sulla giostra da cui ero sceso. Avevo 45 anni, mio figlio era appena nato, mia figlia aveva 15 anni. In quei momenti mi dicevo: oddio ma come mi rialzo. Poi pensavo a quello che mi ripeteva mio padre: quando cadi da cavallo, la prima cosa che devi fare è risalire subito in sella. Altrimenti la paura non ti ci farà salire più. Altra cosa importante: genitori e insegnanti sono fondamentali in questo. I figli, i bambini sono esseri delicati: non puoi mai dirgli “non sei capace di fare nulla”. Hai presente i danni che puoi fare con una sola frase del genere per la costruzione del loro futuro?».

 

L’ASTROLOGIA

Sul set di questo servizio fotografico abbiamo scoperto la sua passione per gli oroscopi…

«Mi piacciono gli oroscopi e credo nei quadri astrali, ovvero nella fotografia del cielo durante la tua data di nascita. Le influenze di quelle stelle ti accompagnano per tutta la vita. Non vivo con l’astrologo di fianco, è chiaro».

Che cosa le ha detto l’astrologo di questo Sanremo?

«Non glielo dirò mai! Sono superstizioso. Diciamo che mi ha detto che condurrò il quinto fino alla fine».

I COLLEGHI

Chi stima, chi apprezza dei suoi colleghi?

«Fiorello. Il suo Viva Rai2! è geniale: in America sarebbe un cult come Jimmy Fallon. Solo a lui poteva riuscire un varietà per strada e per di più al mattino. E della concorrenza ammiro Maria De Filippi: c’è un grande lavoro, ci sono belle idee dietro C’è posta per te e Amici».

Dove si vede tra dieci anni, diciamo a 71?
«Al Festival di Sanremo. Con Fiorello, ovviamente».

L’intervista completa è disponibile sul numero di Vanity Fair in edicola dal 31 gennaio e sul sito vanityfair.it

 

Giornalista: Simone Marchetti

Fotografa: Nima Benati

Servizio: Chiara Spennato

Fashion Credits: 

  • Cover Look: Giacca Capsule Collection Pino Lerario Tagliatore; Gilet Givenchy; Camicia Xacus; Pantaloni e Cravatta Paul Smith; Scarpe Moreschi.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo si chiuderà in 0 secondi