Wimbledon, tra tradizione e innovazione: Babolat celebra 150 anni sotto il segno del tennis

Dalla prima corda in budello naturale al libro celebrativo “Perfect Match” fino alla nuova collezione 2025. Il brand francese omaggia il legame storico con lo Slam londinese e apre un nuovo capitolo nello stile sportivo

Un’estetica senza tempo che incontra l’evoluzione tecnologica. In un’epoca in cui il tennis è diventato sempre più uno statement di stile, oltre che un’arena di performance, anche i brand sportivi sembrano tornare a cercare nella storia le radici del proprio valore. È quanto accade con Babolat, che nel 2025 soffia sulle candeline di un anniversario importante – 150 anni di attività – scegliendo un palcoscenico d’eccezione: Wimbledon.

Il torneo più antico del mondo non è solo la culla del tennis moderno, ma anche l’emblema di un’estetica precisa: bianco assoluto, eleganza sobria, rigore britannico. È qui che il marchio francese, partner tecnico ufficiale per racchette, corde, scarpe e accessori dal 2013, e incordatore ufficiale dal 2022, decide di rendere omaggio alla propria eredità.

Una collezione che racconta (anche) uno stile di vita

La nuova linea Babolat x Wimbledon 2025 – lanciata in occasione dell’inizio dello Slam su erba – si articola tra racchette, scarpe e borse tecniche, con una palette e un design che rimandano al tennis degli anni d’oro, pur integrando i materiali più all’avanguardia. La collezione si divide in tre livelli di performance, senza trascurare i giovanissimi, segno di un’apertura crescente verso l’educazione sportiva fin dalle prime età.

Ma l’attenzione al prodotto è solo una parte della narrazione. A far da contrappunto, un libro: Perfect Match – Babolat e il tennis dal 1875, edito da La Martinière, che attraversa i decenni con fotografie d’archivio, interviste e un’intima prefazione firmata Rafael Nadal. Un’opera che non suona come autocelebrazione, quanto piuttosto come testimonianza: quella di un marchio che ha accompagnato l’evoluzione del tennis da sport d’élite a fenomeno globale.

I fili invisibili della storia

La data non è casuale. Era il 1875 quando Pierre Babolat mise a punto la prima corda per racchette da tennis, appena due anni prima della nascita del torneo di Wimbledon. Da allora, il percorso del brand e quello del tennis non si sono mai realmente separati. Se negli anni Trenta Babolat forniva corde a nomi come Suzanne Lenglen e René Lacoste, dal 1994 ha dato forma anche ai telai, firmando alcuni dei modelli più iconici degli ultimi decenni – dalla Pure Drive alla Pure Aero.

Una scelta strategica e simbolica quella di legare la celebrazione al prestigioso evento londinese, ma anche una dichiarazione d’identità: nel tennis globale fatto di superfici diverse, stili ibridi e marketing aggressivo, Wimbledon resta il luogo della memoria e della reinvenzione. Ed è qui che Babolat rinnova il proprio patto con la tradizione e il futuro.

I campioni, l’erba, e la corsa ai record

Tra i testimonial, Carlos Alcaraz – enfant prodige cresciuto con racchetta Babolat in mano, oggi due volte vincitore a Wimbledon e recente trionfatore a Roland Garros – incarna l’eredità e il rinnovamento. Segue le orme di Rafael Nadal, che con 22 titoli Slam rappresenta il volto più celebre della sinergia tra atleta e tecnologia sportiva firmata Babolat.

Oltre 6.000 racchette vengono incordate ogni anno dal team internazionale durante le due settimane di torneo, a conferma del ruolo tecnico cruciale che il brand svolge dietro le quinte.

Una tendenza che guarda avanti

In un mondo dove sport e moda si mescolano sempre di più, il caso Babolat-Wimbledon segna una tendenza crescente: l’unione tra heritage e innovazione, tra racconto e performance. È la nuova estetica dello sport di racchetta, che non si limita a vincere partite, ma vuole scrivere storie. Storie che, in questo caso, iniziano su un campo d’erba e continuano tra le pagine di un libro.

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