“The Last Dance”: l’ultimo 200 di Federica Pellegrini. “È stato un viaggio bellissimo”

L’azzurra chiude settima ma poco conta

Per una volta, Federica Pellegrini ha gareggiato leggera, divertendosi, sapendo di aver già dimostrato tutto quello che doveva.

Venti anni di carriera chiusi in un palcoscenico degno delle sue imprese, la sua quinta Olimpiade. Mai nessuna donna del nuoto aveva disputato così tante finali.

Alla fine, nei suoi 200, termina settima, ma questa volta, poco conta.

Pochi rimpianti, una vita spesa per quello sport che tanto le ha dato e tanto le ha tolto. Sacrifici, rinunce, momenti no ma sempre vissuti al massimo e sempre tornando a essere la Divina.

L’azzurra, che a fine gara ai microfoni Rai, ha cercato di non commuoversi ha scritto una pagina indelebile di sport e difficilmente l’Italia avrà ancora una campionessa del suo calibro.

Oggi sono molto contenta, è stata la finale più serena che io abbia mai vissuto. Sono contenta del percorso, del viaggio che abbiamo fatto in questi anni io e il mio staff. Abbiamo fatto davvero tutto il possibile, e per un atleta è la cosa che conta di più.

Carismatica dentro e fuori la piscina, con la nomea di antipatica solo perché ha iniziato a convivere con le luci della ribalta quando aveva solo 16 anni.

Federica alla fine si è fatta amare da tutti: l’ultima dimostrazione la sveglia che quasi tutti gli appassionati di sport hanno messo alle 3.41 per seguire il suo ultimo 200 a livello internazionale.

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Tra pochi giorni, il 5 agosto, compierà 33 anni e si è fatta l’ultimo regalo, la finale olimpica. Ora in realtà non finisce qui la sua Olimpiade visto che ci saranno le staffette.

A sorpresa arriva anche, la conferma della relazione con il suo allenatore Matteo Giunta, che forse dopo la morte di Castegnetti è stato uno dei pochi a saperla gestire e aiutare al meglio.

Se non ci fosse stato Matteo probabilmente avrei smesso qualche anno fa. Matteo è un grandissimo allenatore e un compagno di vita speciale e spero che lo sarà anche in futuro. La priorità era tenere l’immagine dell’allenatore e dell’atleta separati e siamo stati molto bravi in questo. È stata una persona fondamentale, una delle più importanti in questo percorso sia umano, sia sportivo.

E sul futuro non mancano i progetti: “Ora farò volantinaggio al Villaggio per farmi eleggere come atleta Cio. Devo tornare a casa dove mi aspettano, poi voglio festeggiare il mio compleanno perché 33 anni sono un’età importante, e poi a settembre e forse anche novembre c’è la Isl a Napoli. E poi ancora il docu-film, un libro, le registrazioni di Italia’s got talent. E rimarrò nel mondo del nuoto. Lascio la squadra più forte di sempre, lascio in buone mani”.

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