Su Chi, Orietta Berti parla per la prima volta del suo ruolo di opinionista al Gfvip

Su Chi, Orietta Berti parla per la prima volta del suo ruolo di opinionista al Gfvip: le sue parole 

Sul numero di Chi in edicola da mercoledì, Orietta Berti parla per la prima volta del suo ruolo di opinionista al Gfvip, il reality condotto da Alfonso Signorini che torna su Canale 5 a settembre. «Mi incuriosisce vedere tutta quella gente chiusa nello stesso posto per molto tempo. Con il carattere che ho, non riuscirei. E poi, anche quando viaggio, devo avere almeno una persona della mia famiglia con me, nella stessa stanza. Ma capisco anche che chi vive da solo, e non ha una famiglia a volte possa stare meglio nella Casa che fuori». A proposito del rapporto con l’altra opinionista, Sonia Bruganelli, che l’anno scorso fece scintille con Adriana Volpe, ecco cosa dice la Berti: «Ah, perché, c’è anche da litigare? Pensavo che si potesse discutere solo con i concorrenti. Con Sonia capiterà di non essere d’accordo, ogni persona ha la propria maniera di vedere le cose».

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A proposito dei fenomeni come Fedez, i Maneskin, Achille Lauro, Rovazzi, la Berti dice: «Noi eravamo più timidi alla loro età, anche se ricordo Franco Battiato che si vestiva già in modo stravagante. Ma erano altri tempi. Adesso, invece, te lo aspetti: quando vedi Achille Lauro con un completo e la cravatta ci rimani, perché te lo aspetti nudo. Ma i valori sono gli stessi. Fedez è un padre che si commuove quando sente la voce dei suoi figli. Ho fatto tante cose con questi ragazzi giovani, anche a Sanremo, e li vedo che si atteggiano, sembrano così sicuri, ma, quando parli con loro lontano dalle telecamere, sono dei cuccioloni che hanno voglia di arrivare per dare una gioia ai genitori o alla fidanzata. È sempre uguale, cambia solo il modo di atteggiarsi».
A proposito del Covid, che ha colpito lei e il marito, Osvaldo, nel 2020, la Berti ricorda: «Ci volevano portare in ospedale, ma Osvaldo disse: “Voglio morire qui, nel mio letto”, e io gli risposi “Ok, facciamolo, così siamo insieme”. Pensiamo sempre allo stesso modo, abbiamo vissuto così tanto tempo uniti che la sera non capita mai di dire “non sai cosa mi è successo oggi”».
E, sul rischio che i tanti concerti estivi possano aumentare la diffusione dei contagi da Covid, spiega: «Spostare un concerto a cui magari tante persone lavorano da un anno è una parola. E poi, se lo sposti di due settimane, cosa cambia? I rischi sono gli stessi, perché questa è una cosa lunga. Meglio andarci con le mascherine: bisogna convivere con il rischio. Sono una donna di spettacolo e magari qualcuno dirà “lo dici perché a voi conviene”. Ma, allora, se bisogna privilegiare la sicurezza, bisogna spostare i concerti avanti di mesi, e farlo con tutti».

 

 

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