Wimbledon, Berrettini: «Se dovessi vincere? Solo un cambio look»

Oggi, 27 giugno, inizia la terza prova Slam

Inizia oggi, lunedì 27 giugno, la terza prova Slam di tennis dell’anno: Wimbledon. Tra i favoriti Matteo Berrettini, reduce dalle vittorie a Stoccarda e al Queen’s su erba.

Lo scorso anno, del resto, il tennista romano, diventò il primo italiani della storia a fare finale sull’erba londinese.

La speranza è che Matteo Berrettini, che si è raccontato a Corriere della Sera, riesca a confermarsi se non addirittura a migliorarsi.

Dopo 84 giorni di stop il ritorno trionfale.

«Ho tantissima voglia di riprendermi quello che mi è stato tolto. Le difficoltà mi motivano: guardavo il dito con i punti e la mano dolorante e sentivo crescere la cattiveria agonistica. Il momento peggiore sono stati gli Internazionali del Foro Italico: gli altri in campo e io fermo, davanti alla tv. Ecco, quel pensiero lì ancora oggi è un motore pazzesco».

E sul sogno di vincere Wimbledon: «Sono sempre stato cauto con le parole. Ora sento che non serve più nascondermi. Sto giocando bene, scoppio di fiducia: entro nel torneo con la ragionevole certezza di poter arrivare lontano. La strada per la finale la conosco già».

Inevitabile poi non parlare della scelta dell’ATP di non assegnare punti alla prova. Una decisione avvenuta in risposta alla presa di posizione di Wimbledon di vietare la partecipazione a russi e bielorussi.

«Ingiusto, oltre che assurdo. Capisco la situazione complicatissima: c’è una guerra in corso, al confronto i miei problemi di ranking sono poca cosa. Ma è questione di giustizia. Ci va di mezzo anche la Race per le Atp Finals di Torino. Io dico che andava presa una decisione condivisa con noi giocatori, invece che Wimbledon 2022 non avrebbe assegnato punti sono venuto a saperlo da terzi…».

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Infine risponde a una curiosa domanda se sarebbe davvero disposto o meno a fare qualche fioretto in caso di vittoria.

«Niente che includa sforzi fisici, però: né imprese in bicicletta né maratone né scalate di montagne per raggiungere santuari… Sarei disposto a un taglio netto della barba, a raparmi a zero o a tingermi di biondo. Niente di più estremo, sennò quando torno a Roma nonna Lucia non mi fa più entrare in casa».

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