Ginnastica, il toccante monologo di Carlotta Ferlito a Le Iene

L’ex ginnasta ha parlato a Le Iene

Lo scandalo ginnastica ha travolto il mondo della ritmica e non solo. A Le Iene ha parlato così Carlotta Ferlito.

L’ormai ex ginnasta catanese, ex star di Ginnaste Vite Parallele, ha raccontato la sua storia. Ben sei anni fa, infatti ha denunciato gli abusi e un “sistema” malato.

Nulla però è cambiato con la ginnasta che ha ricevuto anche una querela. La Ferlito ha raccontato non solo di aver subito violenze fisiche e psicologiche ma di aver avuto problemi di alimentazione.

Il racconto di Carlotta Ferlito

Oggi l’azzurra ha scelto di chiudere con la ginnastica e di pensare al proprio benessere.

“Vi assicuro che per un’atleta la cosa più difficile al mondo è essere allontanata dallo sport che hai praticato fin da piccola, lo sport per cui hai dato tutto. Ma io ho parlato con la convinzione che se provi a far sentire la tua voce, alla fine, qualcuno ti ascolta.

Questo sport non può e non deve più essere fatto anche di violenze psicologiche e fisiche.

Nessuna ragazzina dovrebbe essere presa a sberle, umiliata se chiede di andare in bagno, costretta a fare esercizi dove rischia l’osso del collo solo per punizione.

Essere chiamata ‘maiale’ per aver osato mangiare un biscotto in più. Nessuna dovrebbe essere costretta a dimenticare dove sta il confine fra il giusto e lo sbagliato, fra normalità e malattia, come invece è successo a me, che, a un certo punto, ho accettato quasi tutto.

Io ho reagito e, oggi, quel confine ce l’ho ben presente.

Per questo voglio scegliere con la mia testa, imparare a guardare al mio fisico con affetto anziché con paura, recuperare le cene saltate, stare lontana dalla violenza e imparare a perdonarmi. Voglio decidere quando e come inizia e finisce la mia carriera. Essere autonoma, anche scomoda se serve, non obbedire a nessuno.

Ogni giorno cerco di migliorare, proprio come facevo in passato, da atleta. Solo che oggi lo faccio da persona, da donna. E questa volta lo faccio da sola, senza che nessuno possa permettersi di dirmi che cosa è giusto e cosa è sbagliato per me”.

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