
Si continua a parlare della sanzione nei confronti del numero uno azzurro
Jannik Sinner dal 9 febbraio 2025 ha iniziato a scontare i suoi tre mesi di squalifica a causa della vicenda Clostebol, trovata in percentuali quasi nulle e per assunzione involontarie.
In questi mesi tanti hanno parlato di un trattamento di favore che sarebbe stato riservato a Sinner in quanto numero uno e giocatore di spicco.
Oggi, in un report condiviso dalla Wada con Sky Sport sono proprio i vertici dell’agenzia Mondiale antidoping a chiarire vari punti.
Sul peché si sia giunti all’accordo e non al Tas spiegano: “La disposizione sull’accordo di risoluzione dei casi nel Codice Mondiale Antidoping (Articolo 10.8.2) è stata introdotta nel 2021. Una delle sue funzioni principali è garantire che casi unici, che non rientrano pienamente nel quadro delle sanzioni, possano essere giudicati in modo appropriato ed equo, a condizione che tutte le parti e la Wada siano d’accordo.
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Oltre alle disposizioni sulle sanzioni previste dal Codice (dagli articoli 10.1 a 10.7), l’art. 10.8.2 del Codice consente esplicitamente un’ulteriore riduzione del periodo di ineleggibilità, basandosi sul livello di gravità della specifica violazione, nonché sul riconoscimento dell’infrazione da parte dell’atleta e sulla sua accettazione delle conseguenze appropriate. Sebbene gli accordi di risoluzione dei casi ai sensi dell’art. 10.8.2 siano stipulati in casi eccezionali, la disposizione è stata comunque utilizzata decine di volte tra le migliaia di casi giudicati da quando il Codice 2021 è entrato in vigore.
Come detto, tali accordi richiedono che tutte le parti coinvolte, inclusa l’Autorità di Gestione dei Risultati (nel caso di Jannik Sinner si trattava della Federazione Internazionale di Tennis/Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis), l’atleta e la WADA, concordino sulle conseguenze appropriate”.
Poi sulla sanzione spiegano che 12 mesi sarebbero stati troppi.
Per questo motivo, la Wada era disposta a stipulare un accordo di risoluzione del caso ai sensi dell’art. 10.8.2, che consente una riduzione della sanzione rispetto a quella altrimenti applicabile, tenendo conto in particolare del livello di gravità della violazione. Vale anche la pena notare che, prima ancora che il caso di Jannik Sinner emergesse, il team d che sta redigendo il nuovo codice Wada per il 2027 aveva proposto una maggiore flessibilità per i casi di contaminazione, come quello di Sinner, prevedendo un intervallo di sanzioni che va da un semplice rimprovero fino a due anni (ovvero eliminando il minimo di un anno per le sostanze non specificate). Questa modifica nella bozza del Codice 2027 è stata ampiamente accolta dalla comunità antidoping, data la crescente consapevolezza della diffusione di situazioni di contaminazione imprevedibili.
Sul caso chiariscono: “Alla fine, la Wada è soddisfatta che sia stata fatta giustizia in questo caso e che la sanzione sia appropriata per la violazione commessa. La Wada è lieta di aver potuto gestire questa questione in modo aperto e trasparente, con i fatti del caso resi disponibili e di dominio pubblico. L’equità dimostrata in questo caso (nel senso che la sanzione è proporzionata alla violazione) mostra che il sistema funziona molto bene. Ogni caso deve essere considerato in base ai suoi meriti e ai fatti specifici. Il fatto che siano tutti tennisti non significa che i loro casi siano uguali”.