Sara Pedri, rinvio a giudizio per il primario e la sua vice. Il medico: “Non sono un mostro”
Sara Pedri, rinvio a giudizio per il primario e la sua vice. Il medico: “Non sono il mostro che tutti descrivono”
Sono trascorsi due anni dalla scomparsa di Sara Pedri, la ginecologa che si sospetta essere vittima di mobbing. La Procura di Trento ha chiesto il rinvio a giudizio per Saverio Tateo, ex direttore dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento e per la sua ex vice, Liliana Mereu.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’udienza preliminare è stata fissata per novembre, quando “i due imputati dovranno rispondere dell’accusa di maltrattamenti in concorso e in continuazione”.
In totale le parti offese sono 21, l’accusa, ascoltata la testimonianza di 9 professionisti parla di ingiurie, intimidazioni, atteggiamenti denigratori e «inquisitori» di ricerca di un possibile colpevole. Inoltre, riporta sempre il Corriere della Sera, “alcune ginecologhe sarebbero state minacciate di sanzioni disciplinari, ma la Procura parla anche di vessazioni motivate da ragioni di risentimento e non giustificate da errori professionali. Per ogni vittima vengono contestati 7-8 episodi”.
Leggi anche: Sharenting, il fenomeno social che vede i minori protagonisti dei social
Il primario si è difeso, di chiarando: «Non sono il mostro che tutti descrivono», aggiungendo che la fragilità di Sara era presente quando è arrivata nel reparto: «Il suo disagio era iniziato prima del lavoro a Trento», ha detto il primario.
La sorella di Sara ha così commentato: «Una data importante, un altro grande passo per quello che ci auguriamo sia il processo». Emanuela ha poi annunciato la sua presenza al convegno «Il mobbing nel pubblico impiego» organizzato da Fenalt alla Filarmonica: «Porterò la mia testimonianza attraverso Sara per sensibilizzare le istituzioni e parlare sia a chi subisce sia alle famiglie».
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.