
Si è svolto un incontro Mosca tra lo zar e il ministro degli Esteri iraniano
Il mondo guarda con ansia e apprensione gli sviluppi della situazione in Iran e in Israele dopo l’attacco degli Stati uniti. Nella mattinata di oggi, 23 giugno, intanto ha incontrato a Mosca, al Cremlino, il ministro degli esteri di Teheran Abbas Araghchi.
Putin ha definito gli attacchi americani come: «aggressione non provocata, senza motivi né giustificazioni». Poi Araghchi ha detto: «L’iIran ritiene illegittimi gli attacchi di Israele e degli Usa e sta difendendo in modo legittimo la sua indipendenza».
Stando a Reuters, quest’ultimo presenterà a Putin una lettera che l’Ayatollah Ali Khamenei avrebbe scritto di sua sponte chiedendo ulteriore sostegno.
Da Mosca, l portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha spiegato: «Solo il popolo di un Paese abbia il diritto di decidere il destino della propria leadership, in nessun caso Paesi terzi dovrebbero farlo. Un altro tipo di sostegno a Teheran? Dipenderà dalle sue esigenze»,
E Putin ha aggiunto: «Invio i miei migliori auguri a Khamenei, sosteniamo il popolo iraniano».
Intanto, una fonte israeliana che ha mantenuto l’anonimato per ragioni di sicurezza ha spiegato all’ANSA che l’attacco dei caccia dell’Iaf ai cancelli della prigione di Evin a Teheran rientra nel tentativo di liberare i dissidenti nel quadro di una eventuale protesta interna mirata a far cadere l’attuale governo in Iran. L’obiettivo è anche quello di indurre gli ayatollah ad accettare di porre fine alla guerra e trattare sul nucleare. Si prevede che in giornata e nella notte i caccia israeliani intensificheranno gli attacchi contro l’Iran per raggiungere più velocemente risultati militari importanti e di conseguenza politici.