Recensione: un amico invisibile, il nuovo libro di Gina Scanzani

Il libro di Gina Scanzani nasce dall’esigenza di dare piena voce a chi soffre, a chi si sente solo, a chi è ferocemente emarginato dalla società.

 

Dalla lotta contro una malattia rara e l’isolamento nasce una storia di rinascita. Attraverso la scrittura, l’autrice trova forza e connessione, trasformando il dolore in resilienza. Un amico invisibile è un viaggio emotivo che invita a riflettere sul potere della mente e sull’importanza di ascoltare la propria voce interiore. Un libro che tocca il cuore e dimostra come, anche nei momenti più bui, sia possibile trovare la luce.

Il libro di Gina Scanzani nasce dall’esigenza di dare piena voce a chi soffre, a chi si sente solo, a chi è ferocemente emarginato dalla società. Al tempo stesso, la storia della Scanzani, profondamente autobiografica, intende celebrare la bellezza della vita, che resta di grande splendore, nonostante le sue difficoltà.

Il testo, di fatti, si apre ai lettori, mostrandosi nelle sue parti chiaro scure, presentandosi come evasione dalla realtà e antidoto efficace contro malattie importanti.

L’autrice, attraverso un racconto sincero, tende le mani al lettore, con una testimonianza cruda di una vita costellata da difficoltà: prima l’epilessia, poi la sclerosi tuberosa, e infine tre cancri piuttosto aggressivi. Un racconto, quello della Scanzaniche non addolcisce alcuna pillola, ma che si mostra nel pieno della sua spigolosità. Sono capitoli crudi, quelli scritti dalla Scanzani, capaci di raccontare con estrema puntualità il passaggio significativo che parte dal dolore e dalla paura, arriva alla rabbia, e approda ad una piena consapevolezza di sé e di quello che accadrà in futuro.

Di grande importanza per l’autrice sono i rapporti umani, nel suo libro, infatti, racconta di come il calore umano sia in grado di essere un paracadute essenziale in un volo libero, come quello della vita. Sua madre, diviene di fatti, un porto sicuro, una voce amica, il riparo durante le lunghe notti tempestose della vita. Al contempo, la Scanzani, racconta di come siano complicati i rapporti se attraversati al centro da tanto dolore, ne è l’esempio, quello con il suo compagno di vita, Roberto. Un dolore che investe non solo chi lo porta addosso, ma anche tutte le persone accanto, in un’angoscia che strattona anche i “caregiver”. Un altro esempio di rapporto “curativo” è senz’altro quello stabilito con Alessandra, giovane sventurata che come l’autrice vive una vita complicata. Tra di loro si instaurerà un rapporto di fiducia, complicità e affetto sincero.

L’autrice attraverso il suo romanzo non solo intende raccontare il mondo interiore, ma aprire le porte verso un “fuori” che sempre più frequentemente non è capace di accogliere le diversità. Ne è un chiaro esempio, di come il mondo del lavoro per anni abbia rigettato in più modi l’autrice, spingendola ai margini della società, e costringendola in qualche maniera a prendere strade alternative. L’autrice racconta di un mondo dove si parla di inclusione senza attuarla e costruirla nel concreto. Da qui l’invito ad eliminare barriere di ogni genere: architettoniche, culturali, attitudinali, offrendo a tutti pari opportunità e un mondo che sia all’altezza di tutti.

Un racconto sincero e crudo, quello di Gina Scanzani, dove sport, amicizia, scrittura e passioni, si fondono al centro, restituendo un romanzo autobiografico capace di appassionare chi vive situazioni complicate e anche chi semplicemente è spettatore di un dolore così totalizzante. È un romanzo emozionante e vibrante, un libro che invita a non arrendersi mai, a conoscere sé stessi nel profondo e vivere a pieno tutto il tempo che ci è stato concesso.

Un romanzo che dal suo titolo suggerisce al lettore di come dentro di noi ci sia un giudice, un amico, un consigliere, e un ascoltatore. Un esserino simile a noi, invisibile nel corpo ma pieno nella sua interiorità. Un amico, appunto invisibile, come richiama il titolo, che radicato nel profondo, vive tuttoinsieme a noi.

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