Ora posso riposare: un thriller autentico e umano, che tocca il cuore del lettore, tra suspense e sentimento

La sapiente penna di Valeria Valcavi Ossoinack ha dato vitaa un nuovo avvincente thriller: “Ora posso riposare”, un giallo psicologico ambientato a Parigi, negli anni ’90. Il protagonista, Patrick Martin52enne direttore del personale di un’azienda di articoli per ufficio, conduce un’esistenzapacata, scandita soltanto dal lavoro, dalle chiacchiere con la sua segretaria Rolland e dalla presenza di sua figlia Giselle, ormai quasi maggiorenne.

Un uomo, tutto dedito al lavoro e alla figlia, che ha cresciuto da solo dopo la prematura scomparsa di sua moglie Chloé. Per tutti: un brav’uomo, ma con un inconfessabile segreto. Dentro di sé, aveva maturato tra tante notti insonni e altrettante sigarette, un profondo desiderio di vendetta per le ingiustizie subite – mai risarcite dai tribunali ordinari – che gli avevano cambiato la vita per sempre. Ed è così, che l’infelicità trasforma un funzionario comune in un abile serial killer, capace di trasformare gli omicidi in veri e propri suicidi, studiando accuratamente ogni dettaglio con insospettabile talento, ma senza alcun cinismo. 

Ed è quest’ambivalenza a rendere Patrick Martin, unpersonaggio la cui sorte è cara al lettore, così come lo è per la scrittrice che, pagina dopo pagina, trasmette di lui l’immagine di un uomo perbene, logorato dal dolore inespresso. Infatti, l’uso della terza persona e il ricorso all’espressione dialogica aumentano la suspense e quel senso di oggettività, ma la focalizzazione interna svela uno sguardo indulgente nei confronti del protagonista. «Aveva gli occhi velati di lacrime. Gli ultimi giorni erano stati molto duri per lui. Non si ammazza una persona senza conseguenze. Anche se sfuggi alla legge, non puoi sfuggirea te. A meno che tu non sia uno senza morale». Soltanto cinque uccisioni prima di “potersi riposare” e sedare la propria coscienza, che, da cinque anni, chiedeva, incessantemente, vendetta o almeno, giustizia. Tutto andava secondo i piani, sino a quando sulle sue tracce si misero il commissario Brassier e il brigadiere Jaunet, che intuiranno, riunendo tutti gli elementi – analizzando chi fossero le vittime e le loro colpe passate in giudicato – che dietro la scia di presunti “suicidi” della Parigi “bene” si celasse un movente, risalendo, così, a lui: un uomo costretto a farsi giustizia da solo, ma ancora provvisto di umanità e pronto a pagare per le proprie azioni«Penseranno a un errore, diranno che non è possibile. Invece ho scoperto che lo è. Ogni uomo ha un limite oltre il quale non può rispondere alle sue azioni. Persino io, Patrick Martin, impiegato di concetto e cittadino modello. C’è voluto tutto questo tempo ma poi ho deciso. Per loro, c’era una sola pena possibile. Occhio per occhio».

Dunque, non solo vendetta e risentimento in questo giallo psicologico, che svela l’intensità del dolore e le derive cui può condurre, in un mondo dove la giustizia insegue il denaro e non la moralità. Imperdibile e autentico.