Recensione di “Nessuno si farà male” di Valeria Valcavi Ossoinack. Tutti i dettagli
In “Nessuno si farà male” di Valeria Valcavi Ossoinack, la tensione è palpabile fin dalle prime pagine. Sebbene la Walther PPK del padre di Jean non sparerà neanche un colpo, la promessa di assenza di danni fisici rimane sospesa in un’atmosfera densa di intrighi e pericoli. Questo romanzo criminale esplora le sottili linee di demarcazione tra bene e male, con un linguaggio semplice e coinvolgente, attirando un vasto pubblico di lettori.
Il romanzo si svolge nell’alta borghesia, un contesto viziato dal pregiudizio dove “fare bella figura” è essenziale. Philippe Moreau, il padre di famiglia, è incapace di mostrare tenerezza verso sua moglie ed è prepotente con suo figlio Jean, indirizzandolo verso una carriera negli studi economici e l’eredità della banca Marais. L’apparenza è la parola d’ordine che sembra tenere insieme la famiglia Moreau. Accanto a loro c’è Sophie, la ragazza che Jean desidera da sempre e che diventa la sua compagna di vita. Tuttavia, una verità sconvolgente porterà entrambi lontano da casa.
Tra Jean e Sophie nasce un amore “assolutorio”, dove il denaro passa in secondo piano. Questo sentimento veritiero e acceso trova il suo unico disequilibrio nel rosso del sangue. Sophie è una donna indipendente, capace di perdonare, apparentemente fragile al tatto dell’inchiostro, ma che dimostra una grande forza d’animo pagina dopo pagina, rivelando la sua vera essenza ai lettori. L’infanzia di Jean svela il vero volto di una realtà borghese che nasconde la sua vera natura. Violenza domestica, occhi bassi di Jean nella minestra che non ha più voglia di mangiare, e il vuoto negli occhi di una madre che ha smesso di vivere e lottare. Questa è la realtà oppressa dal denaro e dalle apparenze.
I rapporti umani giocano un ruolo fondamentale: Rène e Omar, rappresentanti dei bassifondi di Parigi, sviluppano un legame potente e profondo. Quando uno si spegne, l’altro lo segue. Il quartiere di Clichy strida contro la ricchezza delle dimore alte, con il suo squallore, la muffa e la delinquenza. L’autrice crea uno spaccato sociale dove bene e male sembrano camminare sullo stesso binario sgangherato.
Il testo della Ossoinack è scritto con un linguaggio semplice e coinvolgente, mantenendo alta la tensione dal primo all’ultimo capitolo. Il titolo “Nessuno si farà male” diventa un mantra magico, che nella bocca di Jean, il protagonista, perde valore nella scia di un fiume di sangue.
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