Nel corso della puntata di “Quarto Grado”, condotta da Gianluigi Nuzzi – in onda questa sera, venerdì 31 ottobre, su Retequattro – verrà trasmessa un’intervista esclusiva a Giuseppe Spoto, l’ex maresciallo dei carabinieri

Nel corso della puntata di “Quarto Grado”, condotta da Gianluigi Nuzzi – in onda questa sera, venerdì 31 ottobre, su Retequattro – verrà trasmessa un’intervista esclusiva a Giuseppe Spoto, l’ex maresciallo dei carabinieri, che nelle scorse settimane ha subito la perquisizione della sua abitazione, nell’ambito dell’inchiesta contro l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti. I PM bresciani vogliono indagare sui rapporti opachi tra Spoto e Sempio: nel 2017 gli è stato contestato di non aver trascritto alcune frasi delle intercettazioni e anche l’averci messo 40 minuti per notificare un atto.

Di seguito l’intervista a Giuseppe Spoto:

Chiariamo alcuni punti che sono rimasti dubbi. Partiamo da quel pomeriggio dell’8 febbraio 2017. Lei arriva alle 16.30 al centro commerciale per consegnare la notifica ad Andrea Sempio. Alle 17.13 Sempio è già intercettato in macchina con il padre. Restano quindi quei 40 minuti in cui lei rimane con Sempio. Che cosa vi siete detti?

«Beh, intanto gli ho consegnato una copia dell’atto, che lui ha letto dall’inizio alla fine. Poi gli ho spiegato anche la questione della rinuncia ai termini. Infatti, nella notifica lui ha scritto per rinuncia ai termini. E poi sono rimasto lì, ma essenzialmente abbiamo parlato dell’atto, non abbiamo parlato di altro».

Perché per molti 40 minuti sono comunque tanti

«Eh beh, perché aspettavo che il mio collega da fuori mi mandasse la chat che mi dicesse che aveva finito l’installazione della microspia. Quindi ho spiegato proprio nei dettagli l’invito a comparire e tutte le questioni tecniche che sono riportate nella prima pagina dell’atto. Probabilmente ho fatto un errore nell’orario della notifica, ho scritto 17.45 e non 16.45, se lei ha visto gli atti. L’installazione è avvenuta alle 16.47. Quindi possiamo dire che dalle 16.47 in poi probabilmente sono uscito dal centro commerciale».

 

C’è un altro mistero proprio sulla cimice. Lei ha detto che l’installazione è avvenuta durante la notifica, quindi il pomeriggio dell’8 febbraio. C’è la prima intercettazione ambientale delle 16.47, ma c’è prima una prova tecnica dell’1.35. Le chiedo: la cimice è stata posizionata sull’auto di Sempio all’1.35 o alle 16.47?

«È stata installata alle 16.47. Quella dell’1.35 è una prova tecnica che il tecnico ha fatto sul suo veicolo».

 

Le faccio sentire il file audio che si riferisce al progressivo 1, quello dell’1.35. (Si sente “1, 2, 3, prova tecnica…”)

«Ha provato la cimice tecnica a Milano sul suo veicolo. Io non ci trovo niente di strano, francamente».

Quindi non in laboratorio, ma sulla macchina…

«Sulla macchina».

 

Poteva essere il momento in cui la cimice era già installata sul veicolo di Sempio?

«Assolutamente no, ma questo è palese per chiunque faccia il mio lavoro. Perché se fosse stata installata sulla macchina di Sempio ci sarebbe stato tutto il percorso tra Garlasco e Montebello, mentre invece la cimice comincia a trasmettere dalle 16.47 e c’è il percorso tra Montebello e Garlasco».

 

In una delle ultime informative dei Carabinieri di Milano si parla del suo report sui tabulati telefonici di Sempio già nel gennaio 2017. Tra le chiamate che lei annota non ci sono quelle tra Sempio e il suo capo, l’allora responsabile della Polizia Giudiziaria di Pavia, Silvio Sapone. Perché ha omesso quelle chiamate?

«Erano chiamate che il mio comandante aveva fatto a Sempio. Io le ho interpretate per ragioni di servizio, quindi non ho ritenuto opportuno riportarle. Allegata a quella nota però ci sono tutti i tabulati, per cui non c’era niente di misterioso o nascosto».