Prima dell’uscita del film, Nada racconta il rapporto con la madre

In occasione dell’uscita di “La bambina che non voleva cantare” in onda domani sera 10 marzo, Nada si è raccontata

Domani sera alle ore 21:25 su Rai Uno andrà in onda «La bambina che non voleva cantare», il film dedicato alla vita e al successo d’artista di Nada.

Il film si basa sul libro “Il mio cuore umano” scritto da Nada e racconterà di una bambina dalla voce straordinaria, diventata cantante per caso e per forza. Infatti, a soli 15 anni, Nada ha debuttato sul palco del Teatro Ariston con il brano “Ma che freddo fa”, due anni dopo ha vinto in coppia con Nicola Di Bari con “Il cuore è uno zingaro”.

In attesa dell’uscita del film, Nada ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha condiviso aneddoti e retroscena della sua vita tra l’essere figlia e il diventare un’artista stimata.

L’inizio della carriera per Nada è stato difficile perché “ero troppo piccola e non avevo il fuoco sacro”, ma a spingerla è stata la madre della quale ha dichiarato: “Il rapporto con mia mamma è stato bello perché c’era un grande amore, ma complicato perché soffriva di depressione da quando sono nata. Ho sempre vissuto tra questi alti e bassi, sempre a rincorrere e capire l’amore di questa donna che mi sfuggiva continuamente perché aveva un problema molto serio”.

Il rapporto con la madre è proprio il centro del libro e oggi Nada non ha timore di spiegare che: “Quello con mia madre è stato un rapporto di dipendenza, soprattutto da parte mia; scrivere di lei mi è sempre venuto fuori spontaneamente, al di là che lo voglia fare o meno, sono cose che uno ha dentro che escono prepotentemente, esistono, le hai”.

Senza mezzi termini, Nada ammette di essere stata titubante sulla realizzazione del film “perché insomma, sono ancora viva, ma la regista Costanza Quatriglio ha visto nella mia storia le dinamiche di una bambina che cresce e si trova a risolvere da sola problemi più grandi di lei perché intorno ci sono persone che non riescono a capirne le esigenze, distratti dalle incombenze degli adulti”.

E su Tecla Insolia che veste i suoi panni nel film ha detto: “Guardando il film mi sono dimenticata di me, è una storia di emozioni, di sentimenti veri: non è importante la cantante, è la persona che conta. Ho capito che le cose che ho vissuto io le hanno vissute altre persone in contesti diversi. I sentimenti sono quelli, la forza dei libri è che narrano storie di altre persone in cui riconoscersi”.

 

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