Pelé: “Io e Diego scherzavamo sempre su chi fosse il migliore”

Ospite in collegamento dal Brasile a “Che Tempo Che fa”

Dopo Barack Obama, Bill Gates, Fabio Fazio ha “ospitato”, un altro personaggio internazionale nel suo “Che Tempo Che Fa”. In collegamento dal Brasile il conduttore ha intervistato una delle più grandi leggende del calcio, Pelé.

Il collegamento inizia subito con una battuta, di Edson Arantes do Nascimiento in arte O’Rey: “Voglio dire una cosa però, non chiamatemi signore, mi fa sentire vecchio”. 

E poi una serie di aneddoti e di tuffi nel passato, con tanto di video in cui si rivivono le prodezze del campione brasiliano che lo portano anche a parlare del padre.

Mio papà giocava, aveva il numero 9, faceva il centravanti, segnò tanti gol di testa, una volta ne fece 5 tutti di testa. A Dio chiedevo di essere uguale a lui. Per questo mi commuovo quando parlo di questo, e ringrazio Dio. Uno dei consigli più importanti che mi ha dato, non solo per lo sport, fu di non pensare di essere migliore degli altri.
Il brasiliano spiega anche come a inizio carriera il soprannome Pelé non gli piacesse mentre apprezzava proprio il suo nome: Edson, come Thomas Edison, nome scelto perché nell’anno in cui nacque arrivò la luce nel paese sudamericano.
Non manca anche un riferimento al primo mondiale, quello del ’58 in Svezia in cui si rese conto di essere uno dei più giovani e uno dei pochi di colore.
Fazio gli fa poi vedere un messaggio di Rivera: “Ringrazio Rivera, tutte le volte che parla mi commuovo, ha sempre detto queste cose di me, era mio avversario ma mi ha sempre elogiato. Dovrebbero essere tutti così”. Ma i suoi 1283 gol se li ricorda tutti? “Ricordarseli tutti è dura, ma ho buona memoria. Alcuni non li dimenticherò mai. Come quello in Svezia che mi ha aperto le porte del mondo”.

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Inevitabile poi il ricordo di Maradona, scomparso il 25 novembre del 2020: “A volte ci incontravamo, anche se non eravamo intimi amici. Scherzavamo: “Dicono che sei più forte di me, ma io faccio gol di destro, testa, sinistro. Tu no. Ma siamo tutti uguali davanti a Dio”.

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