Naomi Beckwith è la nuova chief curator del Guggenheim Museum di New York. La sua nomina mette a tacere le accuse di razzismo mosse al museo
Cambio di guardia al Guggenheim Museum di New York. Naomi Beckwith succede alla storica direttrice Nancy Spector, che lascia dopo trentaquattro anni di dirigenza.
La nota ufficiale del Museo di arte contemporanea del mondo dice: “Siamo lieti di annunciare la nomina di Naomi Beckwith come vicedirettore e curatore capo di Jennifer e David Stockman; entrerà a far parte del Guggenheim a giugno dal Museum of Contemporary Art, Chicago”.
Naomi Beckwith è la prima donna di colore a prendere le redini del Guggenheim Museum e la sua nomina sembra arrivare in un momento particolare della storia americana, ma anche dello stesso museo. Infatti, la direzione di Nancy Spector è stata più di una volta accusata di razzismo e discriminazione verso il personale e verso l’indirizzo culturale del museo.
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Ora, Naomi Beckwith, come si legge nella nota “supervisionerà collezioni, mostre, pubblicazioni, programmi e archivi, svolgendo un ruolo fondamentale nel plasmare la visione del museo”.
Non sappiamo se la scelta di Naomi Beckwith sia dovuta alla necessità di fermare le polemiche sulle accuse di razzismo, ma sta di fatto che il Museo ha intrapreso un nuovo percorso aperto a nuove visioni d’arte. A tal proposito arriva la dichiarazione di Naomi Beckwith: “Sono entusiasta di unirmi al Guggenheim e al suo team appassionato in un momento cruciale. Non vedo l’ora di unire i nostri obiettivi condivisi, di espandere la storia dell’arte e di lavorare anche per plasmare una nuova realtà per l’arte e la cultura”.
Naomi Beckwith è nata a Chicago nel 1976. Dopo gli studi alla Northwestern University di Evanston, consegue un master al Courtault Instituite of Art di Londra, presentando la sua tesi di master su Adrian Piper e Carrie Mae Weems. Negli anni successivi ha curato le collezioni di numerosi musei, fino ad approdare alla guida del Museum of Contemporary Art di Chicago, che lascerà per il nuovo incarico.
Al centro del suo lavoro ci sono i temi legati all’identità e alla scoperta di talenti artistici afroamericani, portando all’attenzione mondiale le avanguardie nere.
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