Nonostante i problemi fisici il capitano della spedizione azzurra sfiora il bronzo
Season best per Gianmarco Tamberi, a poco dalla medaglia di bronzo. Nella notte, il saltatore in alto in gara ai Mondiali di Eugene ha sfiorato il sogno e l’impresa.
Il marchigiano, campione olimpico della disciplina è arrivato in Oregon con una condizione fisica precaria. Tamberi ha comunque fatto e dato il massimo.
L’oro è finito al collo dell’amico Mutaz Essa Barshim (campione del mondo per la terza volta dopo i successi di Londra 2017 e Doha 2019), con una sequenza priva di errori fino a 2,37.
L’argento è andato al coreano Sanghyeok Woo, salito fino ai 2,35 del record nazionale.
La medaglia di bronzo sfuggita a Tamberi va invece all’ucraino Andriy Protsenko. Davanti all’azzurro per aver superato i 2,33 al primo tentativo (con Tamberi al secondo).
La gara del marchigiano ha un passaggio cruciale, quello a 2,30: dopo salti riusciti al primo tentativo a 2,19, 2,24 e 2,27, è a questa quota che emergono infatti le prime difficoltà.
Ci vogliono tutti e tre i salti a disposizione per il sorriso, mentre Protsenko, fino a quel momento più volte falloso, supera la misura al primo tentativo, scavalcando l’italiano.
Barshim è perfetto, così come Woo (almeno fino a quel punto). A 2,33 si rimescolano le carte. Protsenko, a sorpresa, ce la fa subito e si installa al secondo posto, Tamberi vola al di là dell’asticella al secondo tentativo ed è bronzo.
Woo sembra out: mette insieme due rossi, ma alla terza prova si rimette in corsa, per il quarto posto momentaneo.
Si sale, ma sono troppi i 2,35 per il Tamberi di oggi, così come per Protsenko.
Woo, invece, risale in seconda posizione (e buttando Tamberi giù dal podio). Barshim valica (unico a farlo) i 2,37.
“C’ho messo il cuore, come avevo promesso – raconta Tamberi nel dopo gara – tornare con la medaglia di legno brucia, ma poteva andare molto peggio, viste le condizioni in cui mi sono presentato qui, è un Mondiale positivo per me. Mi sono trovato con le spalle al muro in due occasioni stasera, a 2,30 e a 2,33, ma riuscire nei momenti di difficoltà è la mia caratteristica migliore. Mi spiace perché perdere una medaglia così brucia, ma se proprio dovevo farlo, allora sono contento che ci sia riuscito Protsenko, loro hanno bisogno più di noi di una speranza. Ora Monaco, anche se, ad essere sincero, la testa l’avevo solo sul Mondiale”.
Ph. Credit: Colombo/ Fidal
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