Matteo Messina Denaro, la cattura, la malattia e l’identità falsa

Matteo Messina Denaro, la cattura, la malattia e l'identità falsa

Matteo Messina Denaro, la cattura, la malattia e l’identità falsa. Ecco cosa sappiamo sulla vicenda dell’arresto del superlatitante

«Matteo Messina Denaro è stato catturato grazie al metodo Dalla Chiesa, cioè la raccolta di tantissimi dati informativi dei tanti reparti dei carabinieri, sulla strada, attraverso intercettazioni telefoniche, banche dati dello Stato, delle regioni amministrative per portare all’arresto di questa mattina» a dirlo è il comandante dei carabinieri Teo Luzi, arrivato a Palermo.

«Una grande soddisfazione perché è un risultato straordinario – aggiunge Luzi -. Messina Denaro era un personaggio di primissimo piano operativo, ma anche da un punto di vista simbolico perché è stato uno dei grandi protagonisti dell’attacco allo Stato con le stragi. Risultato reso possibile dalla determinazione e dal metodo utilizzato. Determinazione perché per 30 anni abbiamo voluto arrivare alla sua cattura soprattutto in questi ultimi anni con un grandissimo impiego di personale e di ricorse strumentali».

«Un risultato – conclude Luzi – grazie al lavoro fatto anche dalle altre forze di polizia particolare dalla polizia di Stato. La lotta a cosa nostra prosegue. Il cerchio non si chiude. E’ un risultato che dà coraggio che ci dà nuovi stimoli ad andare avanti e ci dà metodo di lavoro per il futuro, la lotta alla criminalità organizzata è uno dei temi fondamentali di tutti gli stati».

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Matteo Messina Denaro è stato arrestato in una clinica dove si recava perché gli era stato diagnosticato un cancro al colon. Negli anni precedenti sarebbe stato operato nell’ospedale Abele Ajello di Marsala e da allora si era sottoposto a cicli di chemio e visite fino alla scoperta del tumore al fegato. Dopo un’operazione alla Maddalena, si sarebbe sottoposto a cicli di chemio ogni sei mesi.

Messina Denaro accedeva alla clinica con un nome falso, quello di Andrea Bonafede, 59 anni, di Campobello di Mazara, titolare della carta di identità utilizzata dal super latitante, è stato interrogato oggi dai carabinieri. Secondo quanto riportato da Ansa, “la carta di identità sarebbe stata falsificata da Matteo Messina Denaro, apponendo una sua foto al posto di quella del signor Bonafede”.

Alle domande degli inquirenti, il vero Bonafede non ha risposto, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

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