Marco Vannini, oggi il caso in Cassazione: parla la mamma a “Mattino Cinque”
Dopo quattro sentenze e trenta udienze oggi si torna in Cassazione per avere verità e giustizia per la morte di Marco Vannini, il giovane 20enne cerveterano, morto il 18 maggio del 2015 dopo un colpo di pistola esploso nella casa dei suoceri, a Ladispoli. La sentenza definitiva è prevista nel tardo pomeriggio.
Intanto questa mattina, la signora Marina Conte, mamma di Marco, è stata intervistata a “Mattino Cinque“, queste le sue parole:
«È l’ultima battaglia. La più importante. Non ho dormito, sono tesa però come tutta l’Italia perbene sa ci aspettiamo una sentenza che ridia dignità e giustizia a Marco. Spero che oggi finisca questo calvario giudiziario, anche se non è detto. Io chiaramente ho lottato per sei anni per quello che oggi verrà discusso in tribunale però tutto può succedere; i Ciontoli hanno presentato il ricorso…potrebbe anche essere accettato e si tornerebbe di nuovo indietro. Loro continuano a mentire, parlano ma alla fine non dicono mai la verità e chi non dice la verità non può avere pentimento. Di questa storia manca la verità, perché la verità è quella processuale».
Se la Cassazione oggi confermerà le condanne dell’Appello-bis, per i Ciontoli si apriranno le porte del carcere. Ma potrebbe anche finire tutto di nuovo in Appello.
Intanto la vita del 20enne è finita quella sera del 18 maggio 2015 a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli.
Chi era Marco Vannini
Marco aveva un sogno: entrare nell’Arma dei carabinieri. Era nato a Cerveteri, l’8 aprile 1995 e di lavoro faceva il bagnino. Viveva a Cerveteri con i suoi genitori: la madre Marina Conte e il padre Valerio Vannini. La relazione con Martina era nata nel 2012. Lei è figlia di un sottufficiale della Marina Militare distaccato ai Servizi segreti, Antonio Ciontoli: sarebbe lui l’esecutore materiale del delitto di Marco, avvenuto nel 2015 nel suo appartamento d Ladispoli (Roma), secondo due gradi di giudizio.
L’omicidio di Marco Vannini
Era la notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 Marco si trova in casa Ciontoli, dove vivono Antonio Ciontoli, sua moglie Maria Pezzillo e i due figli, Martina e Federico Ciontoli. La sera in cui avviene il delitto di Marco, in casa c’è anche Viola Giorgini, fidanzata di Federico, la sola che verrà assolta.
Marco Vannini viene soccorso oltre un’ora dopo lo sparo, avvenuto intorno alle 23.20. Tutto dopo una serie di bugie dette dai Ciontoli al 118. Infatti nessuno della famiglia dice di un colpo di pistola. Antonio Ciontoli, suocero della vittima, parla di una presunta ferita accidentale da “pettine a punta”. Riferiscono che Marco si è ferito mentre stava facendo la doccia in casa loro. Senza fare alcun cenno allo sparo. Sarà la prima di una lunga serie di bugie.
Intanto Marco Vannini è morto a causa di un proiettile sparato da distanza ravvicinata. Proiettile che dall’ascella ha trapassato il polmone destro, cuore, conficcandosi in una costola.
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