Manuela Ventura è Favilla nella serie di Raiuno “Lea” | L’intervista

Manuela Ventura si è raccontata tra teatro, cinema e tv a ‘361 Magazine’. L’intervista all’attrice che interpreta Favilla nella serie tv di Raiuno “Lea un nuovo giorno”

Manuela Ventura si è diplomata all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico” a Roma. Tante le collaborazioni teatrali e cinematografiche fra cui “Il commissario Montalbano”, “Il figlio della luna” con Lunetta Savino. Interprete in “Distretto di polizia”, “Il capo dei capi”, “Squadra antimafia”. Riveste il ruolo di Teresa Strano in “Questo nostro amore” a fianco di Anna Valle e Neri Marcorè. Fa parte del cast del film Anime Nere, vincitore del David di Donatello 2015.
È Tina Chinnici a fianco di Sergio Castellitto nel film TV “Rocco Chinnici, è così lieve il tuo bacio sulla fronte”. E ancora altri film come “Quo vado”  con Checco Zalone e “La vita è una cosa meravigliosa” di Carlo Vanzina. Recentemente su Netflix per il film “Sulla stessa onda” di M. Camaiti e “Generazione 56k” di Francesco Ebbasta e A. M. Federici.

1- Lei ha tante collaborazioni teatrali e cinematografiche alle spalle, quale personaggio le è piaciuto interpretare di più e perché?
E’ davvero difficile indicare una preferenza, ogni ruolo, personaggio, storia, fa parte di me professionalmente e umanamente. Il teatro è il luogo della libertà, dell’immaginazione, è un tempo di ricerca e di confronto dal vivo, pelle a pelle. Il periodo delle prove, le improvvisazioni, il lavoro sulla drammaturgia. Il teatro accade in quell’istante, per poi rinnovarsi ogni sera durante le repliche. Il cinema e la televisione permettono di avere uno sguardo più dettagliato, costruire i personaggi in un modo più ravvicinato, trovando la credibilità nel proprio corpo, nei piccoli gesti o espressioni. Il pubblico sul set è la regista o il regista, la troupe, attorno ad una scena da girare accadono mille cose, si ripetono i ciak per cambiare inquadratura, la macchina da presa è l’occhio che osserva e cattura. Ma non finisce lì, dopo il montaggio e tutta la fase di postproduzione, si aspetta di vedere quale sarà il racconto finale e complessivo sul piccolo o grande schermo. Ogni volta per me è una specie di incantamento, non riesco a farci l’abitudine, è un lavoro sempre vivo, in continuo cambiamento.
2- Nel medical drama “Lea” lei interpreta il ruolo di infermiera: quanto c’è in Favilla Mancuso di Manuela Ventura?
Favilla ha un carattere duro, spigoloso, la sua chiave di accesso nelle relazioni, inizialmente, è quella della distanza e del dubbio. Io, in realtà, senza troppe domande, stringo subito la mano e sono curiosa di conoscere chi ho di fronte, mi piace ascoltare. Con Favilla abbiamo in comune l’ironia e certi guizzi  e anche il fatto che mostriamo il nostro carattere un po’ alla volta.
3- Quale scena le è rimasta più a cuore di “Lea”?
La prima scena che abbiamo girato, perché è stato l’inizio di questa avventura. Si tratta del momento in cui le infermiere si trovano nella loro stanza in attesa che arrivi Lea Castelli. E’ stato bello perché dentro quella scena da subito sono venute fuori le diverse sfumature di queste donne, ognuna, nel giro di battute che ci siamo scambiate, ha cominciato a definire il proprio ruolo. E Favilla, naturalmente, ha mostrato subito le sue maniere schiette e scorbutiche.
4- Ci racconta una chicca del dietro le quinte?
Un giorno, prima di cominciare a girare, vediamo arrivare Anna Valle con la sua inseparabile cassa bluetooth. D’improvviso, nel mezzo del corridoio, si sente musica a tutto volume e si scatena un ballo sfrenato di tutti, infermiere soprattutto. Volteggiano carrozzine , carrelli, portaflebo, anche i bambini entusiasti. Insomma è stato un momento di divertimento e di sana follia. Davvero un bel gruppo di lavoro quello di Lea un nuovo giorno, una squadra affiata, che si è ritrovata sia sulla scena ma anche fuori, sono nati degli ottimi rapporti.

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