La pallavolista era cresciuta lì
Si sono svolti questa mattina, 18 aprile, a Milano i funerali di Julia Ituma, pallavolista morta una settimana fa in Turchia mentre era in trasferta con il suo club della Igor Gorgonzola Novara.
La funzione ha avuto luogo dove la 18enne e promessa della pallavolo italiana era cresciuta nella parrocchia di San Filippo Neri. Lì Julia, dopo aver fatto anche basket aveva scelto la pallavolo.
Presente tutta la squadra di Novara, che tornerà per la prima volta in campo domani sera e che ha scelto, comprensibilmente la via della privacy e del silenzio.
Insieme a loro suor Giovanna Saporiti, la presidente della società ed Enrico Marchioni, il direttore generale. Per la famiglia la madre Elizabeth, la zia Helen, la sorella maggiore Vanessa (che gioca a volley) e il fratello di 15 anni.
Presenti vari istituzioni del volley, dalla dirigente e ex pallavolista Francesca Piccinini fino al presidente della Lega Volley femminile Mauro Fabris oltre al sindaco di Novara Alessandro Canelli.
In chiesa anche il Ministro per lo Sport Andrea Abodi che non ha rilasciato dichiarazioni. A parlare, invece, un’amica di infanzia, Aurora Cannone.
“I ricordi sono dentro. Ma basta arrivare qui perché tutto esca fuori. Lei era grande, potente, fin da quando eravamo adolescenti. Un esempio”. Sono arrivate anche le atlete del Club Italia dove Ituma ha passato quattro stagioni
L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha inviato un messaggio letto all’inizio della celebrazione. Delphini parla di “enigma incomprensibile della morte” davanti al quale tutti stanno vivendo “un momento di strazio”. “Si affollanoante domande, perché la vita non ha mantenuto la sua promessa di felicità”.
Poi l’omelia di Don Bellini: “Ricordo che quando sono arrivato in questa parrocchia nel 2019 Julia era stata chiamata in squadre importanti. L’abbiamo sempre seguita, Julia era diventata una buona notizia per tutti e ora siamo feriti da una brutta notizia. Esattamente un anno fa, il 18 aprile 2022, mi trovavo a un incontro del Papa con gli adolescenti. Il Papa diceva che la vita a volte ci mette a dura prova e abbiamo paura del buio. Le paure vanno gestite e vanno dette per vedere la luce. Il mondo ci vuole sempre infallibili e forti, ma noi vogliamo rivendicare il diritto di essere noi stessi. Questo è il dono più grande per onorare Julia”
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