Un’autobomba è stata piazzata sotto l’auto del giornalista di Report Sigfrido Ranucci. Solidarietà da tutti contro l’atto vile e vigliacco ai danni del giornalista
Non c’è da stupirsi. La storia ce lo insegna. Quello di ieri notte a Sigfrido Ranucci rappresenta l’ennesimo atto vile e gravissimo contro il giornalista di Report sotto scorta già dal 2014, dopo le minacce di morte subite da parte della mafia. Ieri sera intorno alle 22, a Campo Ascolano, frazione di Pomezia (Roma), è esploso un ordigno rudimentale piazzato sotto la sua auto. La deflagrazione ha causato danni al mezzo del conduttore e a quello della figlia, ma anche ai cancelli della casa e dell’abitazione vicina.
Dietro l’attentato? “Una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l’autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto. Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi – ha detto il giornalista –. Quello di stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proiettili”.
Intanto Michela Ranucci, la figlia del conduttore di Report, è rientrata a casa con sua madre Marina, ora resta l’incubo: «Siamo sconvolti, ma non ci intimidiscono», ha detto la ragazza, come riporta Salvo Sottile sulla pagina Facebook della trasmissione Farwest. E la moglie del giornalista ha raccontato: «ho raccolto non si sa più quanti proiettili lasciati davanti al cancello ma mai mi sarei aspettata che arrivassero a tanto».
Ieri Michela era rientrata a casa da soli 20 minuti, in tempo per salvarsi la vita. E la madre della ragazza rabbrividendo ha aggiunto: “Chi può essere stato? «Nemici tanti, basta andare a vedere le inchieste di mio marito”. Sono subito arrivati messaggi di solidarietà da parte di esponenti della politica e delle istituzioni, dei sindacati e delle organizzazioni della società civile. E sui social arriva l’affetto del pubblico di Report che ha diritto ad un’informazione libera.
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