Le ultime notizie sul conflitto
Sette ostaggi israeliani liberati da Hamas sono finalmente rientrati in Israele. Lo ha annunciato l’Idf, spiegando che i sette – Eitan Mor, Alon Ohel, Ziv e Gali Berman, Guy Gilboa-Dalal, Omri Miran e Matan Angrest – sono stati presi in consegna dalla Croce Rossa nel nord di Gaza e accompagnati in territorio israeliano per i primi controlli medici e il ricongiungimento con le famiglie.
In Israele la notizia ha scatenato un’onda di emozione: in Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv migliaia di persone hanno accolto la conferma con un lungo applauso. “Svegliarsi in un nuovo mattino, tutto sembra più bello, tutto sembra migliore, i colori nell’aria”, ha raccontato Ilan Gilboa Dalal, padre di uno dei liberati.
Alcuni ostaggi ancora trattenuti hanno potuto telefonare a casa prima del rilascio. Sul maxi schermo della piazza è stata trasmessa la chiamata di Matan Tsengauker alla madre Einav, che ha risposto tra le lacrime: “Matan, stai tornando a casa. La mia vita ti aspetta.”
L’operazione è avvenuta nel rispetto dell’accordo mediato nei giorni scorsi, che prevede anche il rilascio di prigionieri palestinesi. In una nota, Hamas ha confermato “l’impegno nei confronti dell’accordo raggiunto, a condizione che Israele lo rispetti”.
Anche la politica internazionale ha salutato l’evento con parole di speranza. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha scritto su X:
“Dal Medioriente si accende un’altra luce di speranza dopo due anni di orrori. Dopo il cessate il fuoco, un altro passo in avanti di un percorso ancora fragile, il passaggio dalla guerra alla pace.”
Nel frattempo, il presidente americano Donald Trump, diretto in Israele, ha seguito in diretta lo streaming del rilascio a bordo dell’Air Force One. “La storia si sta scrivendo ora,” ha commentato la portavoce della Casa Bianca. Dopo l’atterraggio a Tel Aviv, Trump parteciperà anche alla firma dell’accordo di cessate il fuoco al Cairo.
Il premier Benyamin Netanyahu, parlando del ritorno dei rapiti, ha definito questa fase “l’inizio di un percorso di guarigione”, ricordando che “i figli torneranno alla loro terra”.
Dopo due anni di attesa e di dolore, Israele vive così una mattina di sollievo e speranza, nella convinzione – come ha detto il presidente Isaac Herzog – che “tutti possano presto tornare a casa, fino all’ultimo”.