Non è comunque importante, quel che è importante è che tutti questi Tweet, sia quelli che mostrano il primo video, sia quelli che mostrano i video successivi, hanno il medesimo scopo, come tanti altri che si sono presi briga di estrapolare l’immagine della tizia e farne un meme, tipo lei che somiglia a un qualche personaggio di finzione, lei che assomiglia a un qualche animale, la sua faccia dentro una locandina di quelle sulle quali al tempo del Far West di metteva la taglia di un bandito, tutti questi Tweet puntano a sapere chi diavolo fosse la tizia, spesso indicata come una tipica “liberal woman”, per metterla non solo a una gogna social, cui è già stata messa dai tanti Tweet, ma che possa presumibilmente portare al suo licenziamento, come già avvenuto al tizio che
stava con l’amante al concerto dei Coldplay, tutti ricorderete la storia, il CEO di una azienda tecnologica che stava bellamente tradendo la moglie con una collega, o del tizio che ha strappato il cappellino di mano a un ragazzino che lo aveva ricevuto dalle mani del tennista Kamil Majchrzak, tale Piotr Szczerek, a sua volta CEO di un’azienda polacca. In entrambi i casi la gogna ha colpito anche le aziende, attaccate a loro volta sui social e quindi in qualche modo penalizzate da questa improvvisa e infame fama.
Il fatto che i due fin qui sputtanati dai social siano due CEO di aziende, quindi presumibilmente due persone ricche e anche potenti, ulteriore benzina nel motore del linciaggio di gruppo.
Il fatto che già si sappia che si chiama Karen, non bastasse la sua faccia spiattellata ovunque, Philadelphia è grande ma non così grande, mette quasi i brividi.
Ora, dato per assodato che strappare un cappellino o la pallina di un fuoricampo dalle mani di un ragazzino, specie se si è adulti, sia qualcosa non solo agghiacciante, ma anche piuttosto imbarazzante, non sono sicurissimo che questa caccia al nome, e soprattutto questa voglia di vedere sangue che su X sembra sia diventata faccenda di routine sia cosa sanissima. Anzi, so per certo che non è affatto cosa sanissima, piuttosto una cosa aberrante. E sono anche convinto che, mentre sto scrivendo queste parole, il nome della tizia sarà saltato fuori, così come il suo ruolo nella società, Dio non voglia sia una CEO o roba del genere, con conseguente morte sociale, piume e pece. Sarei quasi tentato di andare a controllare, ma la paura di trovarmi una sessantenne sovrappeso con lingerie prese su Shein mentre copula con un coetaneo altrettanto poco in forma è un deterrente davvero efficace, fidatevi.
Ecco, Shein. Credo che il fatto che Shein abbia buttato lì un modello con la faccia di Luigi Mangione, vai a capire se opera della tanto vituperata AI, di un burlone o di un caso di somiglianza, e che quella immagine abbia ovviamente fatto il giro del mondo, ricevendo assai più like che dislike, ci dice qualcosa di ulteriore. Sarà la atavica stasi economica in cui viviamo, sarà anzi il peggioramento endemico nel quale siamo invischiati, sarà quel che sarà, di fatto a quasi tutti stanno sul cazzo i ricchi, e quando dico tutti intendo tutti quelli che ricchi non sono. Quindi bene vedere un ricco capitolare pubblicamente, e bene anche avere come testimonial uno che un ricco e potente lo ha ucciso, per quella che ai suoi occhi era proprio un’ingiustizia sociale (ricorderete tutti i tanti messaggi pubblici di stima ricevuti da Mangione, dopo l’omicidio del CEO di UnitedHealthcare, assicurazione sanitaria rea di non coprire praticamente nulla).
Se siete tra quanti sono usi leggere i miei pezzi vi sarà chiaro che mi piace spesso costruire una struttura letteraria che sia ondivaga, ma che tenda poi a una qualche compiutezza simmetrica, si parte da un punto, si va un po’ a zonzo, e si arriva poi dove si doveva arrivare, avendo anche chiari alcuni passaggi che in
un primo momento sarebbero potuti sembrare di difficile comprensione, a volte addirittura occulti.
Quando ho inizialmente detto, esemplifico, che sarei voluto andare a una manifestazione cui tenevo, non essendoci poi riuscito per ragioni familiari, e che per questo mi sono trovato a ritornare dopo lungo tempo su X, finendo per incappare nella storia di tale Karen, rea di aver strappato di mano, letteralmente e letterariamente, la pallina di un fuoricampo a un ragazzino durante un Philadelphia Phillies vs Miami Marlins, intendevo dire che sarei voluto andare alla manifestazione che oggi, 6 settembre, è il 6 settembre mentre sto scrivendo queste parole, anche se ci sono buone probabilità che le leggiate l’8 settembre, quando queste parole verranno pubblicate, o magari anche in seguito, il bello e brutto della rete è che magari uno capita su una pagina anche a distanza di anni, perdendo tutti i riferimenti e le circostanze giuste, intendevo quindi dire che sarei voluto andare alla manifestazione che oggi, 6 settembre, attraversa quella porzione di Milano che va da Piazza Oberdan, a Porta Venezia, e arriva nei pressi del Duomo, scoprirò poi se proprio in piazza Duomo, come vorrebbero gli organizzatori, o a Piazza Fontana, come vorrebbe la questura, per manifestare il proprio sdegno per lo sgombero del Leoncavallo, Centro Sociale Autogestito sgomberato improvvidamente durante l’estate dalla prefettura, privando Milano di uno dei suoi rari luoghi di controcultura. Ci sarei voluto andare con tutto me stesso, come da anni non mi capitava. Non perché io sia stato, nei ventotto anni che vivo qui a Milano, saranno ventotto proprio il prossimo 19 settembre, un grande frequentatore di quegli spazi, ma perché sapere che c’era un luogo del genere era comunque sapere che la città nella quale ho scelto di vivere era un po’ meno un posto votato solo agli affari e a una idea di mondo nel quale, sarò sbagliato io, non riesco proprio a riconoscermi. Certo, poi al Lenka ho firmato il contratto per la pubblicazione del mio primo romanzo, Questa volta il fuoco, e l’ho firmato con quel Sergio Bianchi di DeriveApprodi che era il protagonista del romanzo Gli invisibili di Nanni Balestrini, la storia degli anni passati in carcere per le vicende legate a Potere Operaio come sfondo, e al Leoka ho anche messo giù le prime mosse per quella collana che poi si sarebbe mossa tra le maglie della Piccola Biblioteca Oscar della Mondadori, collana che ha visto pubblicare libri di Manuel Agnelli, dei La Crus, di Cristina Donà o di Massimo Zamboni, e ci ho anche visto svariati concerti, quindi c’è anche dell’affetto. Ma affetto a parte, resta che il Leoncavallo era un luogo importante, a prescindere.
Quello che però mi permette di chiudere quelle linee curve cui facevo cenno prima, linee curve che altrimenti resterebbero inspiegabili, è come la storia di Karen è andata avanti, con il branco che identifica per Karen tale Cheryl Richardson-Wagner, dirigente scolastica del vicino New Jersey, vicino a Philadelphia, intendo. Scoperta dal branco dopo che per ore, mentre i manifestanti per il Leoncavallo occupavano simbolicamente il Pirellino e arrivavano fino a Piazza Duomo, va detto indisturbati, l’immagine di Karen
Phillies, così veniva chiamata, rimbalzava su X, sempre più un social di estrema destra. Cheryl Richardson-Wagner che si è dovuta a lungo prodigare in una forma incredibile di autodifesa, portando prove di non essere mai stata allo stadio quel giorno, prove e autodifesa ovviamente non creduta dal branco. Prove e autodifese che a loro volta sono rimbalzate su X, dove però ha sempre più preso campo una improbabile contrapposizione tra la vicenda kafkiana di Karen Phillies e quella dell’omicidio della ventitreenne ragazza ucraina, profuga a Charlotte, sempre negli Stati Uniti, Iryna Zarutska, da parte di Decarlos Brown Jr, trentaquattro anni, afroamericano, rea la prima di essere bionda, dicono il più dei Tweet che ripropongono la notizia, lui afroamericano con problemi mentali che salito sul bus ha sferrato un colpo di pugnale mortale sulla giovane, seduta nel sedile davanti a lui. Una scena agghiacciante, quella di questo omicidio, riproposta a più riprese, e che per ragioni forse ancora più incomprensibili della caccia alla strega partita contro Karen Phillies, ha provato a spostare l’attenzione da quella caccia alle streghe a questo omicidio, si suppone per far partire un’altra caccia alle stLS����