Marianna Lo Preito una donna coraggiosa che nonostante tante sofferenze è riuscita a uscire fuori dalle tenebre attraverso la sua grande capacità resiliente. Anni fa ha dato vita con altre donne al movimento Curvy Pride, un porto sicuro e rassicurate per quante hanno attraversato e attraversano il dolore di avere una corporeità generosa che cozza con i canoni estetici del troppo magro. Barbara Fabbroni l’ha intervistata per 361Magazine.
Cara Marianna, come nasce l’intuizione di dar vita al movimento Curvy Pride?
Tutto è nato da ciò che ho vissuto sulla mia pelle e dalle confidenze delle tante donne che ho “vestito” e che sono diventate delle amiche. Quella comune sensazione di inadeguatezza causata degli sguardi altri, sguardi taglienti come lame affilate che giudicano il tuo corpo arrivando a colpire l’anima, iniziavamo a non tollerala più. Nel 2013, insieme a più di cento donne, mi sono fatta portavoce della voglia di cambiamento e abbiamo realizzato un flashmob in Piazza Maggiore a Bologna per affermare il diritto di essere felici a prescindere dalla taglia che si indossa. Una protesta gioiosa ma molto importante: l’inizio di una profonda rivoluzione culturale ancora in atto.
Qual è la mission del movimento?
CURVY PRIDE da movimento è diventata un’Associazione di Promozione Sociale, regolarmente iscritta nell’apposito registro. CURVY PRIDE – APS promuove la pluralità della bellezza e dell’essere contro ogni forma di stereotipo, bullismo e discriminazione. E’ in prima linea per rompere gli stereotipi dell’esteriorità: dalla taglia al colore della pelle, dall’altezza alle malattie estetiche, e quant’altro impedisce di esprimere il proprio io, la propria interiorità, il proprio essere.
Che cosa fate fattibilmente?
CURVY PRIDE opera in numerosi ambiti e di questo ne sono molto fiera. Ne cito qualcuno. Progetti di lettura e scrittura per esprimere le proprie emozioni, un fitto calendario di corsi e incontri (al momento soprattutto tramite zoom) sia con coach, psicologi, nutrizionisti ma anche di emozionanti chiacchierate tra donne che riescono a raccontarsi e ad ascoltarsi. Abbiamo avviato dei progetti per i giovani per trovare la loro dimensione lavorativa. Ed è attivo da pochi giorni una raccolta fondi per la realizzazione di un cortometraggio contro il bullismo, CINGHIAMAN. Approfitto per lanciare un appello a tutti i lettori di aiutarci a realizzare il sogno di Luca Di Paolo, un nostro socio di 22 anni che da ragazzino è stato vittima di bullismo ponderale ma è riuscito a reagire inventando un suo superoe di nome Cinghiaman
Quante sono le donne che appartengono al vostro movimento?
Siamo in tante. Tra socie e simpatizzanti diverse migliaia. Ci tengo a sottolineare che fanno parte di CURVY PRIDE anche gli uomini. Loro sono più schivi a mostrare le proprie emozioni ma, purtroppo, anche loro sono vittime di un mondo basato principalmente su stereotipi irraggiungibili e dannosi.
Marianna Lo Preiato è l’anima e il cuore che cosa ti ha spinto a creare questa esperienza meravigliosa?
La voglia di dire basta alla dittatura della perfezione! Una perfezione che non esiste perché la bellezza risiede nella pluralità dei corpi, nella pluralità dei pensieri, nella pluralità che la natura ha creato. Sono una madre e come madre mi sento in obbligo di tutelare i nostri figli che hanno bisogno di credere in loro stessi, di amare la loro esteriorità e di mostrare la loro interiorità senza farsi influenzare da messaggi irreali e pericolosi. Da sola avrei potuto fare quasi nulla, ma insieme alle tante amiche che fanno parte di CURVY PRIDE stiamo davvero facendo molto.
Perché hai sentito la necessità di scrivere un libro?
In realtà è stata Rossella Bianco, direttore editoriale della casa editrice Giraldi Editore, a contattarmi e a chiedermi di raccontare la mia storia. All’inizio non ero convinta, avevo paura. Poi mi sono fatta forza e ho iniziato a far emergere dal passato gran parte del dolore che mi portavo dentro. Non è stato facile ma ho pensato che avrei potuto aiutare altre donne, altre persone che leggendo il mio libro avrebbero trovato un appiglio per reagire alla difficoltà della vita. Se ce l’ho fatta io che sono stata all’inferno e sono tornata, può farcela chiunque.
Hai scelto Maria Teresa Ruta come testimonial del libro, perchè?
Maria Teresa Ruta è una donna speciale. Sa cosa significa il dolore, sa farsi forza e reagire alle difficoltà. È una persona capace di rialzarsi e sorridere alla vita. La sua sensibilità e la sua generosità sono doti rare. Sono onorata che abbia accettato di scrivere la prefazione del mio libro.
Le donne oggi cosa cercano?
Cercano la verità e la serenità, di apparire come realmente sono. Io lotto in prima linea per la fine dell’era del filtro e del fotoshop. Ognuna di noi vuole farsi apprezzare per quella che è, difetti compresi. I difetti ci rendono unici.
Che cos’è la bellezza?
Da sempre mi nutro di bellezza. Come si dice? La bellezza sta negli occhi di chi guarda… per me questa è la bellezza. L’ autenticità, la libertà, l’amore verso se stessi e verso gli altri. Queste tre cose insieme rappresentano la bellezza vera.
Quando una donna si sente bella?
Quando non si sente giudicata. Quando è consapevole di chi è e non ha paura a mostrarlo. Un tempo una donna a 40 anni veniva considerata vecchia, oggi le 40enni sono splendide, dentro e fuori. Quando sei consapevole di chi sei, il giudizio altrui diventa secondario.
Bellezza è felicità?
Per me bellezza è serenità. E quando parlo di bellezza non parlo solo del lato estetico. Siamo tutte belle, ma molte volte, siamo noi stesse a non vedere in primis la nostra bellezza.
Progetti?
Tanti e spero di poterli realizzare tutti. Sto e stiamo lavorando a progetti per rendere le persone (donne, uomini, ragazzi, anziani) consapevoli delle proprie capacità amando ciò che sono dentro e fuori. Ci stiamo impegnando a portare lo straordinario nel quotidiano.
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