La Foche: “se si raggiungesse presto l’immunità saremmo fuori pericolo”

La Foche se si raggiungesse presto l’immunità saremmo fuori pericolo

L’immunologo Francesco Le Foche ha spiegato molto bene, in una intervista l’importanza di raggiungere presto l’immunità, così da poter essere fuori dal pericolo a ottobre

L’immunologo Francesco Le Foche, in una intervista al Corriere della Sera, ha spiegato molto bene l’importanza di raggiungere presto l’immunità, così da scongiurare a settembre problemi più seri. Tuttavia, in Italia mancano ancora all’appello 2,5 milioni di sessantenni che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose. Il motivo, dice La Foche, di questa mancanza: «È un problema culturale, di ostilità ai vaccini, in particolare a questi circondati da una coltre di fake news che ne compromette la fortuna. Una quota di persone avranno ostacoli pratici nel prendere appuntamento, poi ci sono paure immotivate. Credo che le uniche figure in grado di convincere gli esitanti sono i medici di famiglia. Mi auguro stiano chiamando i loro pazienti per spiegare il vantaggio della vaccinazione».

La mancanza di vaccinati potrebbe lasciare aperta la porta al virus, così da permettergli la circolazione e nuove mutazioni, ma il punto nodale, dice La Foche «Non temo una nuova ondata. Mi fanno più paura i pregiudizi nei confronti della scienza. Se si raggiungesse l’immunità che io chiamo solidale, di comunità, a settembre ottobre saremmo fuori dal pericolo». Rifiutare la vaccinazione, dice l’immunologo rappresenta un doppio diritto: «il diritto alla salute e il dovere morale di proteggere quella altrui».

La Foche, inoltre, parla anche della seconda dose e delle vaccinazioni agli adolescenti: «Togliamo il serbatoio di replicazione del virus e riduciamo il rischio di contagio delle persone fragili». Vaccinando gli adolescenti si ha l’«opportunità di far tornare a scuola i ragazzi con una buona immunizzazione, migliorando la sicurezza del trasporto pubblico». La seconda dose è importante e l’immunologo spiega perché: «il richiamo è indispensabile perché rafforza la protezione. Non bisogna confondere la risposta anticorpale con l’immunità». Sui casi di miocardite rilevati all’estero, dice non c’è una connessione diretta.

Infine, dice La Roche: «Non è comprensibile l’atteggiamento di chi vorrebbe rinunciare alla seconda dose che protegge completamente dal ceppo mutante. Dopo aver ultimato il ciclo, il rischio di contagio diventa trascurabile e se anche un individuo si infettasse svilupperebbe una malattia molto lieve».

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