La confessione di Alessia Pifferi, la donna che fece morire di stenti la figlia
La confessione di Alessia Pifferi, la donna che fece morire di stenti la figlia Diana mentre lei era in vacanza con il compagno
In un documento video trasmesso dalla trasmissione di Retequattro, Quarto Grado, viene mostrata la confessione di Alessia Pifferi, la donna che lasciò morire di stenti la figlia Diana, mentre lei era fuori una settimana con il compagno.
«Ho fatto una cosa che non andava fatta», dice Alessia Pifferi, che poi aggiunge: «Non pensavo potesse morire, pensavo più a un malore dovuto ad altro, ero preoccupata e agitata ma sono rimasta fuori».
«Il lunedì mattina sono tornata a casa Diana era nel suo lettino senza pannolino. Quando l’ho vista mi sono spaventata, aveva mani e piedi viola, sono andata nel panico. L’ho presa e le ho fatto un massaggio cardiaco ma nulla», ha dichiarato Alessia Pifferi poche ore dopo l’arresto.
Le donna era solita lasciare la bambina da sola nei fine settimana, con due biberon di latte e quattro bottiglie di acqua. Questa era la prima volta che si allontanava per una settimana intera, ben consapevole del pericolo.
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Nonostante ciò, l’avvocato della donna, ha fatto sapere gli esiti della perizia psichiatrica: «La signora ha un gravissimo deficit intellettivo – ha detto l’avvocatessa -. In carcere è stata sottoposta a un test sul quoziente intellettivo». Il risultato è di «40, ossia 1 percentile. È uguale a quello di una bambina di sei o sette anni. Quindi, in questa vicenda è stato come aver messo in mano una bambina di un anno e mezzo a un’altra bambina. La signora ha un problema serio ed è stato un peccato che nessuno l’abbia mai aiutata. Aveva un insegnante di sostegno» quando era a scuola, «ed era seguita da una psicologa che adesso sto cercando di rintracciare».
Nessuno l’ha aiutata «quando ce n’era bisogno, né la famiglia, né i servizi sociali. Per me la madre e la sorella dovrebbero essere indagate per abbandono di minori. Infatti, non aveva nemmeno capito di essere incinta».
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