Iran, l’attivista Sepideh Qolian scrive dal carcere: “Torturata per ore per farmi confessare”
Iran, l’attivista Sepideh Qolian scrive dal carcere dove è detenuta dal 2018: “Torturata per ore per farmi confessare”
Sepideh Qolian è una delle attiviste iraniane più note. Da quattro anni è in carcere con la falsa accusa di aver agito contro la sicurezza nazionale, quando decise di sostenere uno sciopero nella provincia iraniana del Khuzestan.
Arrestata, la giovane attivista è stata condannata a cinque anni di carcere, ma dopo una confessione estorta con le torture. In una lettera diffusa oggi, Sepideh racconta la sua vicenda e quella che riguarda tanti altri giovani nelle sue condizioni.
Scrive la giovane in merito al suo arresto: “Mi ha interrogato una donna, credevo che sarebbe stato meglio, almeno non mi avrebbe aggredito sessualmente. Invece, ha preso a calci la gamba e ha gridato ‘tu puttana comunista, con chi sei andata a letto? Scrivilo su questo foglietto”.
Dopo essersi rifiutata e dopo ore di interrogatorio seguito poi da una confessione estorta, la giovane ha chiesto di essere portata in bagno, dove però è stata chiusa a chiave e costretta a sentire le urla di un altro detenuto che veniva torturato e frustato. “I suoni della tortura sono continuati per ore o forse un giorno, ho perso la cognizione del tempo”, scrive Qolian.
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Nella sua lettera, la giovane racconta – e conferma – anche di torture a bambini o poco più che bambini: “Faceva freddo e nevicava. Vicino alla porta di uscita dell’edificio c’era un ragazzino bendato, che indossava una sottile maglietta grigia, seduto davanti ad un inquirente. Tremava e supplicava, ripeteva che non aveva picchiato nessuno, ma l’altro voleva che confessasse”.
Nella lettera si evidenzia, però, anche la speranza di Qolian nell’ondata di proteste che sta travolgendo l’Iran: “Nel quarto anno della mia prigionia posso finalmente sentire i passi della liberazione da tutto l’Iran. Gli echi di ‘Donna, vita, libertà’ possono essere ascoltati anche attraverso le spesse mura della prigione di Evin”.
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