
Da capire chi sarebbe stato coinvolto
Si infittisce il caso dell’omicidio di Ilaria Sula. La ragazza di 22 anni è stata uccisa da Mark Samson ex reo confesso. Se, intanto, è stato appurato il coinvolgimento della madre, ora ci si chiede se anche altre persone lo abbiano aiutato.
Stando a tracce di sangue trovate su un paio di scarpe, qualcuno e si pensa al padre, lo avrebbe aiutato a trasportare e portare via il cadavere, messo in una macchina e poi in una valigia.
Inizialmente, Samson ha detto: «L’ho uccisa al mattino quando i miei non erano in casa».
Un amico ha detto: «Quando l’ho visto quella sera sembrava preoccupato della sua auto, non voleva lasciarla incustodita. Ma per il resto era tranquillo. So che in passato aveva seguito Ilaria per controllarla». A dirlo al Messaggero, Maher Abouzeid, coinvolto nelle indagini così come Kevin Caraig che per alcune sere avrebbe dormito dall’amico.
Sempre al Messaggero un’amica di Sula ha detto di essere uscita con l’omicida: «Mi ha detto che aveva bisogno di sfogarsi per la crisi con Ilaria ma mi ha parlato delle solite cose. Ilaria mi scriveva che era fuori Roma ma non voleva condividere la sua posizione». E andava dietro a un’altra: «Non ci eravamo mai visti e chiedeva di salire, voleva sapere se vivevo da sola».
Sul corpo, però, spiega il quotidiano sarebbero state trovati residui di un Dna maschile non di Samson: da capire se siano tracce o meno.
Kevin Caraing ha parlato del ragazzo e amico a Repubblica: «Dopo aver ucciso Ilaria ha dormito tre notti accanto a me, nel mio letto. Mi ha chiesto ospitalità perché diceva: “Sono triste, Ilaria mi ha lasciato”. Poi, quando uscivamo la sera, rideva e scherzava come sempre. Aveva la patente di Ilaria nel portafogli. Il 30 marzo l’ho accompagnato in questura, quando è uscito si è lamentato: “Come è possibile che le persone scompaiono e poi la colpa è sempre degli ex fidanzati”».
«Mark ha dormito nel mio letto dal 28 marzo. Mi aveva detto che si era lasciato e che era giù di morale, così l’ho ospitato. La domenica mi è passato a prendere, aveva il parabrezza della macchina sporco di resina, il fango sui tappetini. Mi ha chiesto di accompagnarlo a lavare la macchina al Nomentano e ho detto “sì, andiamo”».
Poi continua: «Siamo andati al Nur bar in piazza Venezia, mentre aspettavamo di entrare giocherellava col portafogli tra le mani, si è aperto e ho visto la carta di identità di Ilaria. Lui mi ha detto: “Ce l’ho io perché Ilaria non ha il portafogli e mi fa sempre tenere le sue cose”».
«Non ho mai visto Mark con due telefoni, ma quando ci ha fatto vedere il finto post sul profilo di Ilaria (“Sto bene”) inconsciamente mi sono detto: “Che strano. Perché invece di chiamare, fa un post su Instagram? Non è normale”». Sugli studi: «Mi ha solo detto che aveva dei problemi con Ilaria perché gli aveva chiesto quanti esami avesse sostenuto e che lui fin da piccolo non voleva che nessuno mettesse il naso nelle sue cose di scuola».