A inizio febbraio era stato ricoverato in rianimazione
Alberto Zaccheroni se l’è vista brutta. A inizio febbraio è stato ricoverato in rianimazione per un trauma cranico a causa di una caduta in casa.
Al momento sta bene ma ha riportato delle conseguenze, come un deficit di memoria a breve termine e perdita di due diottrie.
L’allenatore ha raccontato l’episodio a Corriere della sera.
«Mi ha trovato mia moglie Fulvia faccia a terra. Dice che ero in un lago di sangue, con la faccia a terra e un occhio fuori dall’orbita. Sono vivo per miracolo.Sono ruzzolato per otto o dieci gradini. Lei è accorsa quando ha sentito le urla. Avevo battuto la testa, può immaginare quanto spavento.
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E sulla dinamica: «Poiché c’era la cagnolina di Luca, mio figlio, si pensa che l’avessi in braccio e mi sia proteso in avanti per proteggerla dal tonfo. Fulvia ha chiamato il118, mi hanno portato di corsa all’ospedale Bufalini di Cesena dove sono stato ricoverato in terapia intensiva. Mi hanno sedato, non ero vigile».
È stato dimesso solo il 22 aprile: «Ho atteso qualche giorno e poi sono andato a salutare il personale del Bufalini. Non ho riconosciuto neanche l’ospedale. A Fulvia ho detto “ma che posto è?”. Le infermiere mi hanno riferito che sono stato ribelle, mi agitavo e mi strappavo i tubicini».
Al momento Zaccheroni non può nemmeno guidare e dovrà sottoporsi a dei controlli.
«La forza me l’hanno data i miei familiari che non mi hanno lasciato un attimo e i sanitari che hanno fatto un capolavoro».
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