Il giornalista Corrado Zunino è tornato in Italia, ecco le sue parole
Il giornalista Corrado Zunino è tornato in Italia, ecco le sue parole su quanto accaduto in Ucraina e sulla morte del collega
Il giornalista Corrado Zunino, che lo scorso 26 aprile è rimasto vittima, assieme al suo fixer, di un agguato nella zona di Kherson, nel sud dell’Ucraina, è tornato in Italia. Scrive su Twitter: “Sono tornato in Italia. Grazie di cuore a chi mi è stato vicino, a tutta Repubblica che è un giornale speciale, ai medici ucraini, ai funzionari dello Stato italiano che mi hanno seguito dal giorno dell’omicidio di Bogdan Bitik, un giornalista, un amico per sempre”.
Ad attenderlo all’aeroporto c’erano la moglie, la collega Arianna Finos, i figli e la vice direttrice di Repubblica, Stefania Aloia: “Ci hanno sparato da lontano, probabilmente usando un’ottica e con quella hanno visto la scritta press, mirando con precisione”.
Sono tornato in Italia. Grazie di cuore a chi mi è stato vicino, a tutta Repubblica che è un giornale speciale, ai medici ucraini, ai funzionari dello Stato italiano che mi hanno seguito dal giorno dell’omicidio di Bogdan Bitik, un giornalista, un amico per sempre. pic.twitter.com/kLIgTkMj2H
— Corrado Zunino (@corzunino) May 1, 2023
Poi ai microfoni dei giornalisti ha detto in riferimento al collega morto: “In questi giorni Bogdan è stato definito un giornalista e questo mi rende felice. Bogdan era davvero un bravo giornalista”. Poi ha ringraziato i medici ucraini: “i medici ucraini che mi hanno curato, il ministero degli Esteri che mi ha assistito e tutta la redazione di Repubblica, a cominciare dal direttore Maurizio Molinari, che mi sono stati molto vicini in questi giorni difficili”.
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Sui momenti dell’agguato, ha invece raccontato: “ci hanno sparato da lontano, probabilmente usando un’ottica e con quella hanno visto la scritta ‘press’, mirando con precisione”.
Su Twitter, il giornalista, poco dopo l’attentato aveva detto: “In viaggio da Kherson verso Odessa. Sto bene, ho una ferita alla spalla destra, sfiorata dal proiettile che ha centrato il mio grande amico Bogdan. Credo sia morto, all’inizio del Ponte di Kherson. Un dolore infinito. Avevo il giubbotto con la scritta Press”.
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