I retroscena dietro la liberazione di Cecilia Sala

I retroscena dietro la liberazione di Cecilia Sala

La giornalista è arrivata in Italia nella giornata di ieri

Nella giornata di ieri, 8 gennaio, Cecilia Sala è finalmente tornata a casa. Dopo 21 giorni di detenzione in Iran, la giornalista italiana è stata rilasciata dopo una lunga, ma nemmeno troppo trattativa.

Oggi il Giornale fa un po’ di chiarezza su quello che è accaduto nei giorni precedenti alla liberazione della Sala. Il 2 gennaio sarebbero iniziati i dialoghi per liberare la sala.

La gestione del caso sarebbe passata dai pasdaran della Rivoluzione all’intelligence che poi avrebbe parlato con l’Aise. Fondamentali due uomini che hanno gestito pure la liberazione di Alessia Piperno. Si arriva a un primo accordo, per cui poi diventa fondamentale il viaggio della Meloni negli USA.

L’accordo prevede la liberazione della Sala e la non estradizione di Abedini. Intanto, il 15, a Milano si deciderà se concedere o meno i domiciliari per Abedini e prima di allora Carlo Nordio, ministro della Giustizia, non può firmare il no all’estradizione.

L’Iran viene informata che l’accordo verrà rispettato e così, dopo l’ok del direttore dell’Aise Gianni Caravelli viene riportata a casa Cecilia.

Oggi Nordio, a La Stampa chiarisce: «la situazione di Abedini è squisitamente giuridica, e va studiata nella sua complessità, indipendentemente dal felice esito della vicenda Sala. Dell’estradizione è prematuro parlare, anche perché sino ad ora la richiesta formale non è ancora arrivata al nostro ministero».

Poi: «Il caso di Cecilia Sala è stata una decisione del governo italiano dall’inizio alla fine ed è Roma che deve rispondere a domande specifiche».

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