L’invito a Giorgia Meloni
Parla Lilli Gruber in un’intervista a Corriere della Sera, presentando la nuova stagione di Otto e Mezzo.
«Io faccio la giornalista, non la politica. E il giornalismo è critico con tutti, o non è. Chi è al potere ha l’obbligo della cosiddetta accountability, di rendere conto del suo operato. La mia parte è quella di sempre: la Costituzione, i valori democratici, la correttezza professionale».
Poi invita nuovamente in studio la Premier, Giorgia Meloni: «Per lei le porte di Otto e mezzo sono sempre aperte. Una volta non temeva il confronto. Oggi invece sembra sfuggirlo, e chi la consiglia su questo fronte le fa un pessimo servizio. Il rifiuto del confronto è un segnale di debolezza. Anche per questo vengono delegittimati sistematicamente i poteri di controllo, dai giornalisti alla giustizia».
Sul piano internazionale, Gruber non lesina commenti: «Trump corrode la democrazia americana, delegittima il diritto internazionale, destabilizza l’economia globale. Non è una “simpatica canaglia”: è un leader autocratico che l’Occidente pensava di aver archiviato».
E a proposito di Gaza: «È una tragedia epocale. Il giudizio spetta alla Corte penale internazionale e agli storici, ma è evidente che Netanyahu e la destra oltranzista stanno destabilizzando l’intera area. Mi chiedo cosa stiano facendo le nostre classi dirigenti per fermare la carneficina quotidiana».
Poi, tornando alla politica italiana, dice: «Nei sondaggi Meloni è ancora solida e il governo appare stabile. Ma nella maggioranza non mancano divisioni, a partire dalle regionali, e i referendum saranno un passaggio insidioso».
Il bilancio dei tre anni di governo, però, è severo: «L’economia non crolla ma arranca, il ceto medio si impoverisce, la sanità pubblica è in crisi, i migranti non sono diminuiti. Sul piano internazionale l’Italia si accoda a Trump, e in Europa Meloni resta ambigua sulle questioni cruciali. Intanto tanta propaganda, polarizzazione, nuovi reati inutili e un nemico al giorno per tenere alta la tensione».