Goliarda Sapienza tra carcere e scrittura

Ultimamente Goliarda Sapienza è stata tirata in ballo un po’ da tutti, con la serie l’arte della gioia e con il film di Mario Martone, Fuori.

Ma chi è realmente Goliarda Sapienza e perché sta spuntando fuori come i funghi, cosa ha fatto nella sua vita per essere così rilevante ancora adesso?
Goliarda Sapienza nata il 10 maggio 1924, a Catania, nel 1980 viene arrestata nella sua casa, ai Parioli, a Roma.
Viene arrestata per aver rubato, circa un annetto prima, dei gioielli e averli rivenduti a un banco dei pegni.
Goliarda viene da una famiglia anarchica, ci tiene a ribadirlo spesso, una famiglia che gli ha insegnato quei valori là.
La madre una volta le disse: “conosci la tua città quando conosci il carcere, l’ospedale e i manicomi”, questa frase rimase indelebile nella sua mente.
Goliarda era una scrittrice, ma ha avuto anche un passato nel teatro e come attrice, purtroppo però veniva letta e considerata poco, non aveva il successo che meritava, ma il suo obiettivo era più profondo del solo successo.
Ecco perché il desiderio di finire in carcere, voler toccare con mano i problemi e le persone che ci stavano all’interno.
In carcere ci stette un anno, ma un anno denso, che le lasciò moltissimo, tanto al punto da fare uscire uno dei suoi capolavori: L’università di Rebibbia.
Lì dentro il suo mondo cambia, si rende conto di chi frequenta il carcere, di come chi è lì dentro l’individuo si travisate talmente da diventare parte del luogo, il carcere diventa la sua casa.
Scopre che dentro al carcere ci sono persone come lei, persone “normali”, persone che lei reputa con grandissima fantasia, che deviata è portata alla delinquenza.
E proprio per quello nascono delle amicizie in quel luogo così assurdo, amicizie con donne che diffidavano di lei inizialmente, che la vedevano diversa da loro, come una spia, ma che con duro lavoro, Goliarda è riuscita a smantellare quel muro di diffidenza e a entrare nei loro cuori.
A creare rapporti umani veri, duraturi.
Goliarda rimase sorpresa delle regole del carcere, di come in carcere chi ha talento viene visto e assume un ruolo di potere, di come in carcere si possa trovare un lavoro, si possa essere guardate realmente.
Ecco perché molte donne appena uscite vogliono tornarci.
Il carcere crea un rapporto con chi ci sta dentro.
E lei tutte queste cose le ha capito stando lì.
L’università di Rebibbia è un libro colmo di storia, di significato, ma anche di vita vera, perché riporta ciò che Goliarda ha visto e vissuto in prima persona.
Goliarda dimostra di essere stata un’artista rivoluzionaria, curiosa, lungimirante e totalmente fuori dagli schemi, al punto di dedicare la SUA di vita per raccontare la verità.
Il suo più grande capolavoro: “L’arte della gioia” venne riconosciuto quando lei non era più in vita, e penso questo dica moltissimo di quanto le donne abbiano dovuto faticare per farsi ascoltare, per farsi prendere sul serio.
Ecco il motivo per cui Goliarda Sapienza viene ripresa in cinematografia così tanto oggi: perché è più attuale che mai.
Goliarda è stata un’artista manifesto, e sono contenta che dopo così tanti anni dai suoi studi e dai suoi scritti, si riesca a ridare onore a un personaggio così rivoluzionario per l’Italia.
Goliarda è stata questo, uno spiraglio di luce in un periodo estremamente buio, e continua a esserlo ancora oggi, dopo anni e anni.
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Lucia Monina, nata in Ancona nell'agosto del 2001, è una fotografa e scrittrice, che studia presso l'accademia delle belle arti di Brera, a Milano. Ha esposto le sue fotografie in varie occasioni, tra le quali il punto zero di Sesto, il Lock di Lambrate e il LatoB di Milano. Ha scritto una biografia di Taylor Swift, con Diarkos Editori. Scrive di musica, cinema e arte.

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