L’attore spegne oggi 80 candeline
Spegne 0ggi 80 candeline Giancarlo Giannini, classe 1943 nato a La Spezia e figura di riferimento del cinema italiano e non solo.
L’arrore, viciniore di tanti premi, con tanto di una Walk of Fame a Toronto, ha parlato di questo “traguardo” e non solo in un’intervista rilasciata a Corriere della Sera.
Nessuna festa in programma però: «Non festeggerò, non sono tipo da anniversari, non mi importa del passato, penso al futuro, alle cose che posso ancora fare».
Giancarlo Giannini divennne soprattutto popolare in tv grazie al “David Copperfield” diretto da Anton Giulio Majano per la Rai nel 1966.
Famoso anche per le sue storie d’amore, ha avuto due mogli. La prima Livia Giampalmo (da cui ha divorziato nel 1975), e da cui ha avuto due figli: Lorenzo e Adriano.
Il primogenito è morto a venti anni, nel 1987, a causa di un aneurisma. A Corriere, Giannini, ha detto: «Voglio cancellare questa parola. Un giorno, stranamente, mi aveva chiesto cosa c’è dopo la morte. Non sapevo come rispondere, gli raccontai una favola, immagina tanti colori nello spazio, esistono ma poi finiscono, è come una montagna da scalare, raggiungi altri colori…Gli raccontai la morte come una sensazione di conoscenza. Ero disperato ma non ho pianto, mi sono fatto forza anche per gli altri familiari, ho pensato che ha raggiunto la conoscenza, che sta meglio di noi che ci poniamo domande e non era solo una luce consolatoria».
Poi in seconde nozze il matrimonio con Eurilla Del Bono, da cui ha avuto altri due figli: Emanuele e Francesco. Impossibile poi non ricordare anche l’amore, durato tre anni, con Monica Guerritore.
Giancarlo Giannini e il cinema internazionale
E sulla carriera e sei tanti divi americani ha ricordato: «Jack Nicholson è quello che più mi ha impressionato. L’ho doppiato non so quante volte, a volte bloccavo il doppiaggio dall’incanto con cui lo guardavo. E’ uno imprevedibile, folle, l’ho detto altre volte, con lui entri in un mondo parallelo. Un amico è Dustin Hoffman, ogni tanto ci mettiamo a parlare al telefono della decadenza del cinema, ma i talenti anche da noi non mancano: Toni Servillo, Paolo Sorrentino… Mi sono divertito con i miei due 007, ho inventato da zero il mio agente segreto, ma leggendo il copione non capivo se ero con James Bond o contro, produttore e regista mi dissero che dovevano ancora decidere. Con l’America è sempre stato un rapporto di amore e distacco. Dopo “Pasqualino settebellezze”, a me e Lina volevano tutti incontrarci».
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