
Giulia Tramontano, l’attacco della sorella
«La famiglia di lui» racconta Chiara Tramontano «si è intestata l’auto nella quale il cadavere di mia sorella è stato trasportato 3 volte, perché necessitavano di un’auto con cui portare i cugini di mio nipote Thiago a scuola, questo è il livello. Spesso sono stati un po’ troppo preoccupati di essere esposti all’opinione pubblica, ma» – per Chiara – «hanno manifestato quello che sono: l’atto di intestarsi l’auto per poi eventualmente rivendere, sottraendola a quello che poteva essere un risarcimento è ignobile. Siamo offesi ma sono una donna che prova pietà, posso da un lato comprendere il dolore, ma da parte loro c’è stato un po’ troppo scompiglio».
Un duro attacco da parte di Chiara, durante 5 in condotta, trasmissione di Rai Radio 2. La sorella della vittima, uccisa con 37 coltellate, ha detto: «La giustizia è arrivata, ma non la pace. Non la cerco neanche, è presto. Quando perdi una sorella in un tale modo, o un nipote, non c’è niente che possa portare pace o spazzare via questi pensieri. Arriverà, ma è ancora una ferita troppo aperta per pensare che possa rimarginarsi subito».
Poi dice: «Questo è il livello, hanno manifestato quello che sono: l’atto di intestarsi l’auto per poi rivendere eventualmente, sottraendola a quello che poteva essere un risarcimento, è ignobile».
La macchina è una T-roc bianca su cui, tre giorni dopo l’assassinio della compagna, l’ex compagno Impagnatiello caricò il cadavere per poi disfarsene la sera dietro ad alcuni box auto non lontani dalla loro abitazione a Senago, nel Milanese.