Giulia De Lellis non ci sta e risponde alle minacce ricevute

Dopo un video di quattro anni fa che sta facendo il giro del web, Giulia De Lellis ha ricevuto delle minacce a cui ha prontamente replicato

Un vecchio filmato di circa quattro anni fa di un’ospitata a Pomeriggio Cinque e Giulia De Lellis ha trascorso le ultime ore in una bufera.

Nel video la De Lellis commentava le modelle curvy presenti in studio dicendo: “Loro sono bellissime, hanno dei volti particolari con dei lineamenti bellissimi, ma il grasso non è bello. Per me non è un bel vedere sinceramente un colosso con un pancione così, con una coscia che è grande quanto quattro delle mie. Non è un insulto eh, è il mio pensiero”.

All’epoca, l’influencer era stata criticata per la sua affermazione ed è stata costretta a chiedere scusa. Adesso che il video è tornato in auge, destando perplessità, critiche e minacce, la De Lellis è dovuta intervenire con una serie di storie su Instagram. Dopo aver letto alcuni dei messaggi ricevuti, ha dichiarato: Tutti questi commenti per un video di 4/5 anni fa che curiosamente è risbucato di recente un po’ ovunque. Non parlo a tutti perché in molti mi conoscono e hanno compreso la cosa. Molti altri invece vedo che stanno facendo fatica. Io non sono abituata ad alimentare l’odio, anzi spesso lo soffoco, aspetto che si spenga da solo. Però lo sapete, io sono abituata a dire sempre la mia, in maniera molto diretta, soprattutto mettendoci la faccia. Indubbiamente sono stata indelicata, ho usato parole sbagliatissime, forse per la giovane età sono stata avventata. Chiedo scusa per questo. Avevo già chiesto scusa ai tempi, ci sono anche dei video, però quelli non sono usciti. Rivedendomi in quel video ho capito che è cambiato tutto, è cambiato il mondo, il modo di pensare, di parlare, ma soprattutto sono cambiata anche io. Ragazzi, avevo 20 anni”.

La giovane influencer sostiene che non sia un caso che questo video sia stato riproposto sui social proprio adesso che a breve uscirà il suo primo film in cui interpreta se stessa.

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