Ginnastica, Emanuela Maccarani rompe il silenzio: la sua difesa

La D.T della Nazionale di ginnastica azzurra ha parlato per la prima volta

Dopo mesi dall’esplosione dello scandalo ginnastica parla Emanuela Maccarani. La D.T della Nazionale di Ginnastica ritmica è ufficialmente indagata insieme alla sua assistente.

Eppure, con la fiducia delle atlete ovvero delle sue Farfalle portate al bronzo olimpico, continua a lavorare al centro di Desio, commissariato dalla Federazione.

A Corriere della Sera ha dato la sua versione, partendo dalle prime denunce di Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa.

«Non trovo un senso ma capisco che c’è una nuova sensibilità verso body shaming, bullismo, abusi, violenza verbale. E c’è chi ha ritenuto di farci un investimento. Con i social, poi, viaggia tutto velocissimo.Ho letto frasi identiche nello scandalo della ginnastica in Svizzera e negli Usa: maialino, sei grassa… Frasi che io non ho mai pronunciato. Vedo una regia mediatica, ora tocca alla ritmica. Ed è giustissimo occuparsene, lo stavo già facendo sotto la mia direzione tecnica».

E poi: «Da ginnasta io non sono stata vessata in alcun modo. Il mio motto è: fai il contrario di ciò che hai visto fare male. Alla Nazionale si arriva con un percorso e rispettando dei canoni: lo sport è per tutti, l’alto livello no. Io preparo il giardino, le Farfalle arrivano e si posano: 11 mesi all’anno all’accademia, io sono lì per loro. Sono coach, non mamma, ma se qualcuna mi chiede un abbraccio non mi tiro indietro. E prenoto anche la pedicure».

Alludendo anche a un malcontento per chi non arriva alle Olimpiadi spiega come nessuno avesse capito i problemi di Anna Basta che a suo dire sarebbe poi “sparita”, dopo quella che doveva essere una pausa.

E sulla presunta pesa pubblica.

«Non è mai esistito un rito collettivo, lo facevano le mie assistenti tutte le mattine, certo non io. Le ragazze si cambiavano in spogliatoio e si pesavano prima di indossare la divisa. Se fosse successo qualcosa di sbagliato, sarei venuta a saperlo: nel 2011 ho allontanato un’allenatrice che stava troppo addosso alle ginnaste. Se con Olga Tishina (assistente indagata insieme a lei, ndr) ci fosse un malessere, lo saprei. Non c’è».

Infine, dice di non aver nulla da rimproverarsi.

«Dipende dal momento e dal contesto ma solo con riguardo agli aspetti tecnici. Certamente in quasi trent’anni qualche errore l’avrò commesso. Se mi fossi comportata male, i genitori me l’avrebbero detto. E invece mi chiedono tutti di restare».

E sulle accuse, la D.T Maccarani torna sul discorso della mancata selezione per i Giochi.

«Arrivano tutte da ginnaste che non hanno fatto le Olimpiadi, guarda caso. Galtarossa, quella dell’ “abbiamo un maialino in squadra”, nel 2013 è diventata mia assistente: la pesa fino a Rio la faceva lei. Certo che può essere successo che duecento bambine in tutto il Paese abbiano avuto la percezione di essere state maltrattate, ma l’accademia di Desio cosa c’entra? Non posso rispondere per tutta Italia».

Poi, riguardo al ul suo ruolo e sul possibile allontanamento, ribadisce la sua innocenza.

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«Però mi devono spiegare perché: cosa ho fatto? E a chi? A quel punto sentiranno la mia risposta. C’è una scuola, c’è un metodo, vinciamo da vent’anni. Non è per niente banale. Se le emozioni le tiri fuori, le provi. Io non ho mai maltrattato nessuno. La ritmica è uno stato d’animo. Le ginnaste azzurre sono belle, leggiadre, armoniose. Impossibile fingere».

Ph. Credit: Pagliaricci/ Ferraro – Federginnastica

 

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