Giallo sulla morte della marinaia greca. Era negativa al Covid-19, forse ha ingerito cibo avvelenato in Tunisia
Il decesso della marinaia greca, avvenuto dopo due giorni di agonia presso l’Ospedale Cotugno di Napoli, non è stato causato da un’infezione da Covid-19. Le analisi hanno rivelato che Thalia Kordambalou, 19 anni, non aveva contratto il virus. Le cause del decesso sono, dunque, riconducibili ad altri motivi.
Tuttavia, l’intera vicenda sembra avere dei controlli poco chiari. Quando le autorità sono salite sulla nave greca ormeggiata nel porto di Napoli, hanno rilevato altri due casi simili, mentre una decina di membri dell’equipaggio aveva in precedenza accusato problemi gastrici. Temendo la possibilità di una diffusione del contagio da Covid-19, tutto il personale a bordo è stato posto in quarantena, con il divieto di sbarco.
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La salma della giovane marittima è stata sequestrata per l’esame autoptico, che verrà effettuato in giornata. Le autorità portuali fanno sapere che non c’è da preoccuparsi e che a bordo della Prometheus non c’è alcun virus misterioso o letale. I sintomi che la vittima ha accusato, e che in breve l’hanno condotta al decesso, presentavano eruzioni emorragiche e setticemia e sarebbero riconducibili ad un possibile avvelenamento.
In precedenza la nave aveva fatto sbarco a La Goulet in Tunisia, dove i marinai potrebbero aver ingerito cibo avvelenato. Sono in corso le indagini per chiarire la dinamica dei fatti.
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