Si tirano indietro tutti i club inglesi anche Inter
Domenica a mezzanotte il mondo del calcio veniva scosso dall’annuncio della nascita della Superlega, una nuova competizione “elitaria”, sviluppata sul modello NBA con 12 club fondatori tra cui Inter, Juve e Milan.
Apriti cielo: non sono mancate reazioni da parte non solo del mondo sportivo (con la UEFA e la FIGC che hanno minacciato azioni legali e sanzioni) e dal mondo politico con l’intervento dei premier da Boris Johnson a Mario Draghi.
Tanto è stato il caos tanto il dissenso che i tifosi hanno iniziato a protestare e scendere in piazza (come successo a Londra per il Chelsea) e anche gli stessi allenatori – su tutti Klopp – o giocatori come il capitano del Liverpool si sono detti contrari.
— Jordan Henderson (@JHenderson) April 20, 2021
La sommossa è così partita dall’Inghilterra con il Manchester City il primo a tirarsi indietro a cui hanno fatto seguito Arsenal, Manchester United, Liverpool e Tottenham.
Nella notte, dopo il via libera della Cina anche l’Inter si è tirata indietro e Milan e Juve invece tacciono con un’intervista di Andrea Agnelli pubblicata su Repubblica in cui si dice che il progetto andrà avanti.
Fra i nostri club c’è un patto di sangue, il progetto della Superleague ha il 100% di possibilità di successo, andiamo avanti. C’è piena volontà di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali. Noi rimaniamo nelle competizioni domestiche, andremo a giocare in ogni stadio d’Italia, di Spagna e d’Inghilterra. Il nostro lavoro resterà intrinsecamente legato alle competizioni domestiche.
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Nella notte è poi apparsa una nuova nota da parte della nuova associazione che a capo ha il Presidente del Real Madrid Florentino Perez in cui, a conferma delle parole del numero uno bianconero si spiega che il progetto andrà avanti ma andrà rimodellato.
“Nonostante l’annunciata uscita dei club inglesi, costretti a prendere tali decisioni a causa delle pressioni esercitate su di loro, siamo convinti che la nostra proposta sia pienamente conforme alle leggi e ai regolamenti europei, come è stato dimostrato oggi da una decisione del tribunale che tutela la Super League dalle azioni di terzi. Alla luce delle circostanze attuali, valuteremo i passi più opportuni per rimodellare il progetto, avendo sempre in mente i nostri obiettivi di offrire ai tifosi la migliore esperienza possibile, migliorando i contributi di solidarietà per l’intera comunità calcistica”.
Un progetto morto ancora prima di partire e che ha aperto un dibattito sul mondo del calcio.
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