Emanuela Maccarani: «Io usata come capro espiatorio. Le ginnaste come delle figlie»

Le parole dell’ex ct delle azzurre
Da meno di una settimana, Emanuela Maccarani, dopo oltre 30 anni non è più allenatrice e dt della squadra nazionale delle Farfalle. Sul suo conto le accuse di violenze psicologiche e l’imputazione coatta decisa dal Gip di Monza per il caso ginnastica, partito dopo le denunce, nel 2023, di Nina Corradini e Anna Basta.
Maccarani ha parlato oggi, 2 aprile, di quanto successo, in un’intervista a Fanpage.
Quando le si chiede se fosse diventata pericolosa, dice: «Eh, probabilmente per queste persone, per questi uomini sì. Sono tutte persone, questi federali, non hanno mai avuto nessun tipo di rapporto professionale con me. Forse qualcuno ha pensato che avessi l’intenzione di candidarmi alla presidenza».
Sulle accuse: «Al momento le dichiarazioni di alcune ginnaste non rappresentano una prova provata. Andremo a dibattimento per ricostruire i fatti. Io non pesavo le ginnaste e non ero presente quando venivano pesate, per cui queste frasi offensive non posso averle pronunciate».
Maccarani si sofferma anche sul suo metodo: «Il mio è un metodo che riguarda l’allenamento di alto livello, lo giudico dai risultati e dalla longevità di alcune ginnaste che sono rimaste con me tantissimi anni. È un sistema sportivo adottato dal 90 per cento di tutti gli allenatori in Italia e nel mondo»
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Maccarani poi continua: «Per due anni e mezzo ho vissuto tutta questa vicenda come se la guardassi da fuori. Confidavo in quello che poi la giustizia avrebbe trovato, avrebbe rilevato. Io la ferita l’ho subita due anni e mezzo fa, ma questa questa cosa non l’ho mai percepita in due anni e mezzo che sono stati estremamente difficoltosi. Ho contattato il presidente Tecchi che ha finto di non aver letto. Da lì ho sentito che la federazione aveva deciso di usarmi come capro espiatorio. Questo per me è una grossa ferita, che ho nell’anima e che sicuramente mi rimarrà».
Ora sul futuro non si sbilancia: «Questa situazione si è verificata da pochissimi giorni, quindi non avevo fatto nessun tipo di di progetto, neanche in passato. Per me la squadra nazionale, la Federazione Ginnastica, è sempre stata la mia casa. Mi è arrivato un bellissimo messaggio ieri. Una parte di questo messaggio diceva: “Ti ho conosciuto”. Questa signora ha tre figli e io una volta le dissi: “L’unica cosa che mi dispiace è di non aver avuto un figlio, ma vedi queste sono le mie figlie”. Ho veramente investito tutto in questo e non mi mancava niente. Di progetti futuri che ce ne saranno sicuramente, e saranno bellissimi. Mi reputo una persona vitale, di grande creatività. Questo è il mio cavallo di battaglia che mi accompagnerà nelle mie prossime scelte».