L’azzurro è stato il primo oro nella storia del Karate
La sua storia è stata scoperta a Tokyo, dove Luigi Busà è diventato il primo oro olimpico nella storia del karate.
L’azzurro da piccolo veniva chiamato “l’arancina con i piedi”, perché a dodici anni pesava 90 chili. Di questo e altro nel parla nel suo primo libro uscito oggi per Longanesi.
“La Forza e il Controllo”: si chiama così l’autobiografia dello sportivo che ha anche una prefazione della mental coach Nicoletta Romanazzi (celebre per il lavoro con Jacobs).
Buttato sul tatami dal padre, insegnante di karate, quando ancora gattonava, Luigi ha trovato nello sport molto più di un modo per passare il tempo.
Prima bambino vessato, poi adolescente ribelle compresso nel mondo asfittico della provincia del Sud Italia, Gigi era convinto che al mondo valesse solo la legge del più forte.
Ma più forte ancora di tutto il resto, per lui, è sempre stato il richiamo del tatami, una passione, un obiettivo capace di far passare ogni altra cosa in secondo piano. E nel karate Luigi trova la tenacia, la disciplina, il controllo di quella forza brutale che ribolle dentro di lui: a diciannove anni diventa il più giovane vincitore del titolo mondiale, ma a lui ancora non basta: vuole essere il numero uno assoluto, il più forte di sempre.
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Il percorso che l’ha portato a tante vittorie è stato anche e soprattutto un coraggioso viaggio dentro di sé, per capire che nella vita non esiste solo la vittoria, che non conta solo la forza. Affrontando la sofferenza senza avere paura di mostrare il proprio dolore si nascondono le chiavi per la felicità.
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