Cecilia Sala, oggi giornata decisiva: cosa può accadere

Cecilia Sala

Le ultime sul caso dell’arresto della giornalista

Dal 19 dicembre la giornalista italiana Cecilia Sala è rinchiusa nel carcere di Evin, a Tehran. Nelle ultime ore si sono diffuse voci, confermate poi dalla madre, sulle difficili condizioni di detenzione della ragazza di 29 anni.

Stando a quanto riporta Adn Kronos nelle prossime ore ci sarà un vertice di Governo per capire cosa fare. Si sta lavorando alla liberazione della Sala ma anche a migliorare le condizioni della reporter.

La situazione della Sala è inevitabilmente legata a quella dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini, arrestato su richiesta del governo americano a Malpensa il 22 dicembre, in carcere a Milano. Da Teheran chiedono aa liberazione ma per ora sono stati rifiutati anche i domiciliari.

Intanto per oggi, 3 gennaio, è stata “convocata dal ministro degli Esteri a Teheran la nostra ambasciatrice, vedremo che cosa diranno gli iraniani, ma noi non possiamo accettare che ci siano delle condizioni di detenzione che non siano rispettose dei diritti della persona, ed è per questo che continuiamo a chiedere l’immediata liberazione di Cecilia”, ha spiegato Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier a Zona Bianca.

Inoltre, nella giornata del 6 gennaio, ci sarà la seduta del Copasir per l’audizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano.

Le parole di Tajani su Sala

Tajani nelle ultime ore ha spiegato: “Abbiamo chiesto ancora una volta la liberazione di Cecilia Sala in Iran perché detenuta senza alcun motivo. Nell’attesa della sua liberazione abbiamo chiesto che venga trattata come devono essere trattati i detenuti, perché lei ancora non ha le condizioni di detenzione che c’erano state assicurate. Continuiamo a chiedere che venga rispettato il suo ruolo e la sua dignità, questo continua a essere per noi una priorità in attesa della sua liberazione”.

“La nostra ambasciatrice aveva consegnato al ministero degli Esteri beni materiali e alimentari per Cecilia Sala, ci hanno detto che erano stati consegnati e invece c’è ancora una fase di ritardo. Non possiamo entrare dentro il carcere, ci dobbiamo affidare a quello che ci dicono”, le parole del ministro.

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“Adesso la nostra ambasciatrice – ha aggiunto – ha chiesto un’altra visita consolare, sarebbe la seconda. Poi Cecilia ha avuto la possibilità di fare delle telefonate al padre, alla madre e al fidanzato già più di una volta, questo è un fatto certamente positivo ma non sufficiente. Bisogna assolutamente che lei abbia la condizione in cella di rispetto dei suoi diritti: deve esserci un letto, deve avere la possibilità di leggere”, ha detto ancora Tajani facendo il punto.

“Io mi auguro che non siano tempi lunghi. Noi lavoriamo come abbiamo lavorato per Alessia Piperno, che siamo riusciti a riportare in Italia dopo 45 giorni di detenzione.

Mi auguro che i tempi siano più brevi possibile, però non dipende da noi. Lei è detenuta, non c’è ancora un capo di imputazione, un processo incardinato e quindi vediamo quali saranno i tempi. Noi stiamo facendo tutto ciò che è in nostro possesso con la presidenza del Consiglio, il ministero degli Esteri, l’intelligence, tutti stiamo lavorando 24 ore su 24 per risolvere il problema e riportare Cecilia a casa”, ha assicurato.

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