Cattura di Messina Denaro, il racconto del colonnello che lo ha arrestato: “ci ha pure ringraziati per come lo abbiamo trattato”
Si chiama Lucio Arcidiacono ed è il colonnello dei Ros che ha arrestato il superlatitante Matteo Messina Denaro e non ha paura di mostrare il suo volto. Proprio su quest’ultimo aspetto tiene a precisare: «Sono il comandante di un reparto operativo che ha degli obblighi e ritengo di dover operare in questo modo, in passato ho più volte testimoniato in vari processi. Non ho nulla da nascondere». Poi aggiunge Arcidiacono: «Anche perché io sono entrato nell’Arma il 28 ottobre del 1993 e un siciliano capisce bene cosa significa».
Sulle indagini, durate anni, racconta Arcidiacono: «Io e i mei uomini eravamo sulle sue tracce da almeno 8 anni. Prima al reparto anticrimine di Palermo e poi come comandante del primo reparto investigativo che si dedica proprio alla ricerca dei grandi latitanti».
Sulla giornata di ieri, 16 gennaio, in cui si è verificato l’arresto, Arcidiacono ha detto: «Tutto è cominciato intorno alle 6.30. Sapevamo che Bonafede sarebbe andato alla clinica, ma non avevamo la certezza di chi si celava dietro quel nome. È arrivato a bordo di una Fiat Bravo bianca e si è subito diretto all’accettazione».
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L’arresto però si è verificato dopo, fuori dal perimetro della clinica Maddalena. Il sedicente Bonafede, racconta il colonnello, «esce su una stradina laterale intorno alle 8.20, probabilmente diretto in un baretto per fare colazione».
Poi continua: «Appena ha visto che c’era confusione e il traffico bloccato è solo tornato indietro sulla stessa stradina, ma anche dall’altra parte c’erano i miei uomini».
Sull’identificazione del boss, ha detto Arcidiacono: «Quando l’ho visto l’ho riconosciuto subito, la somiglianza con le foto segnaletiche è impressionante. Mi sono qualificato e gli ho detto se era Messina Denaro. E lui: “Lo sa bene chi sono io”. Poi ce l’ha confermato in modo esplicito». Ha avuto la sensazione che anche lui la conoscesse? «Non lo so».
?#MatteoMessinaDenaro “Non ha opposto alcuna resistenza”, così il colonnello Lucio Arcidiacono, a capo del primo reparto investigativo del Ros. “Il latitante si è palesato subito nella sua identità; c’era poco da verificare, il volto è quello che ci aspettavamo di trovare.” pic.twitter.com/6X3i7cVhDb
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) January 16, 2023
Sulla reazione di Messina Denaro ha detto: «Sembrava una persona completamente diversa rispetto allo stereotipo del mafioso. Parla abbastanza bene, ha un tono di voce molto calmo e pacato. Gli abbiamo dato dell’acqua e gli abbiamo chiesto se aveva bisogno di mangiare qualcosa per prendere le medicine. Ci ha risposto che non ne aveva bisogno».
Sul fatto che all’arresto non gli sono state messe le manette, dice: «Ci sono delle regole e vanno rispettate. Altrimenti non facciamo il nostro lavoro. Lui ci ha pure ringraziati per come lo abbiamo trattato e forse si è reso conto anche del gran lavoro fatto per catturarlo».
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