Caso Settebello: cosa è successo? I motivi della squalifica degli azzurri

Caso Settebello: cosa è successo? I motivi della squalifica degli azzurri

La squalifica avrà durata di sei mesi

Sei mesi senza competizioni per il Settebello, questa la decisione dell’ Aquatics Integrity Unit della World Aquatics con un ammenda di 50.000 dollari da pagare entro il 15 gennaio 2025.

Motivo? La protesta avvenuta alle Olimpiadi di Parigi e non solo.

Stando a quello che si legge nella sentenza emergono altri retroscena.

Settebello, cosa è successo

Nel post partita sarebbe accaduto di tutti: “I membri della squadra sono scesi dal loro bus per circondare e aggredire psicologicamente e fisicamente gli arbitri, così come raccontato dai delegati della Federazione Internazionale.

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Campagna (il CT, ndr) in particolar modo ha accusato gli arbitri di essere responsabili dell’eliminazione usando espressioni come: “Che ne sapete di pallanuoto? Venite dal Montenegro, la vostra carriera come arbitri è finita”.

Poi: “Gli arbitri a questo punto stavano tornando nella sede, ma sono stati seguiti dalla squadra. Un delegato ha impedito loro di entrare e ha bloccato la porta, mantenendo la sua posizione sullo stipite nonostante l’insistenza dell’Italia. Un’altra delegata è intervenuta per placare la situazione, ma hanno iniziato a urlarle contro.

Dopo che un altro stava cercando di riprendere la scena con un telefono, alcuni giocatori hanno coperto la fotocamera e hanno provato a prendergli il telefono”.

Inizialmente, i ricorsi presentati dalla Federnuoto nelle 36 ore successive alla partita, seppur respinti, avevano portato all’ammissione della mancanza di violenza e intenzionalità nell’azione di Francesco Condemi, che dunque era regolare.

Il giocatore non è stato squalificato per le partite successive, ovvero le semifinali e finali per il quinto/settimo posto.

Il 3-3 segnato dall’attaccante del Settebello contro l’Ungheria era valido; l’attaccante non sarebbe dovuto essere espulso, l’Italia non avrebbe dovuto giocare 4 minuti in meno, i magiari non avrebbero dovuto beneficiare del rigore del 4-2.

La Federnuoto a deciso di non fare ricorso e sul sito Fin si legge: “Nel contempo ribadisce la necessità che la giuria abbia a disposizione strumenti tecnici di alto livello professionale, onde evitare la possibilità che si ripetano errori tanto clamorosi quanto lesivi per l’immagine della pallanuoto”.

 

Foto Giorgio Scala / DBM

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