Caso Saman Abbas, venerdì 10 inizia il processo, ma senza il padre che per ora resta in Pakistan
Venerdì 10 febbraio inizia in Italia il processo sulla morte di Saman Abbas, la giovane pakistana uccisa dai familiari a Novellara per essersi opposta ad un matrimonio combinato.
Solo tre degli imputati saranno presenti in aula: lo zio Danish e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Assenti risulteranno il padre, la cui estrazione non è ancora stata eseguita, e la madre, che risulta latitante. Oggi in Pakistan si è tenuta l’udienza del processo che vede imputato per altri reati il padre della giovane, in cui si è dibattuto propro sulla documentazione giunta dall’Italia, ma l’udienza è stata rinviata al prossimo 14 aprile, dunque nessuna estradizione per ora.
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Intanto, il fidanzato di Saman, Saqib Ayub, che vive sotto protezione dopo aver ricevuto minacce di morte da parte della famiglia di Saman, ha fatto sapere, tramite il suo avvocato, che si costituirà parte civile nel processo. Il suo scopo, se mai si otterrà un risarcimento, è quello di “istituire una fondazione al fine di tutelare le vittime di matrimoni forzati”.
“Se mai otterremo dei soldi, vogliamo utilizzarli per tutelare le ragazze vittime dei matrimoni forzati, come Saman”, ha detto l’avvocato del giovane, dando vita così alla “Fondazione Saman”.
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